La quadra, quella politica, quella che conta, non c’è. Almeno al momento in cui si scrive. L’elezione del nuovo commissario Agcom, che prenderà il posto di Antonio Preto, prematuramente scomparso, si sta facendo difficile. Vito Di Marco il candidato inizialmente indicato come il favorito fra i favoriti. Ma la sua “nomina” non sarebbe stata “approvata” dall’’ex premier Matteo Renzi.
Se è vero che per “protocollo” il candidato da eleggere dovrebbe essere di area berlusconiana, è anche vero che lo scenario della nuova nomina impone alcune riflessioni. La convergenza con il Pd si fa necessaria quanto inevitabile considerato che ci sono in ballo questioni quali il caso Vivendi-Mediaset e la legge elettorale. E in ballo ci sono anche tutta una serie di altre nomine, un “pacchetto” in cui rientra anche quella del nuovo commissario dell’Autorità presieduta da Angelo Marcello Cardani.
Sebbene il nuovo commissario sarà un commissario di transizione la sua nomina appare determinante ai fini dell’equilibrio dello scacchiere politico. Scacchiere in cui Renzi continua a essere protagonista, seppure da dietro le quinte. Esperto di tv, Di Marco è sicuramente figura competente e adatta a gestire anche la complessa “operazione” convergenza media-Tlc che potrebbe vedere protagonista a breve il nostro Paese. Attualmente consulente di Tivùsat, negli anni scorsi si è occupato del coordinamento delle aree per il passaggio al digitale nel dipartimento delle Comunicazioni al Mise quando era ministro Paolo Romani e ha lavorato in Rai e a Telecom Italia presso l’ufficio di Bruxelles. Più che un “fedelissimo” di Romani come hanno evidenziato alcuni media, Di Marco è considerato un esperto al punto da poter contare sull’ “appoggio” bipartisan in termini di credibilità. Ma non tutto il PD sarebbe – e il condizionale non è casuale (gli “orientamenti” possono cambiare anche last minute) – intenzionato ad appoggiare la sua candidatura. “Voteremo un nostro candidato, non uno indicato da Romani”, si legge in una nota del partito Democratico emessa a seguito della diffusione della notizia della imminente nomina di Di Marco. E da parte sua Matteo Orfini ha puntualizzato: “Non regaliamo la maggioranza al partito Mediaset nell’Agcom. Soprattutto quando sono in ballo scelte strategiche sul futuro delle comunicazioni”.
Eppure su Di Marco in realtà ci sarebbe il disco verde da parte di parecchi senatori dl PD, dunque la partita sarebbe più che aperta. E non è da escludersi che si trovi una convergenza di maggioranza. Alla vigilia del voto, fra l’altro, i consueti rumors su questo o quel nome non si fanno sentire. Di Marco sembrerebbe non avere avversari. Mario Antonio Scino, considerato il “competitor” numero uno fino a qualche giorno fa, sarebbe sceso nelle quotazioni dei “botteghini”.
Antonio Sassano, Oreste Pollicino e Fulvio Sarzana i tre “nomi” su cui si sono espressi a favore i membri M5S della Vigilanza Rai. “Abbiamo individuato tre profili di altissimo livello, personalità di grande competenza e indipendenza dalla politica. Se la maggioranza e il PD ha davvero a cuore l’indipendenza dell’Agcom, votino uno di questi tre nomi”. E fra i nomi caldeggiati dai 5Stelle ci sarebbe anche Guido Scorza.
Se non si dovesse trovare la quadra domani si potrebbe dunque assistere ad una votazione lunga e ad oltranza fino a che non ci raggiungerà la maggioranza necessaria per eleggere il nuovo commissario. Nulla, al momento, si può dare per scontato, ma di qui a domani c’è ancora molto tempo.