“Credo che l’Italia debba essere capace di investire sull’agenda digitale e la banda larga. Dobbiamo smettere di parlarne e fare convegni, e portare avanti le scelte centralizzando gli investimenti. Ogni ministero ha la propria parte di investimenti, e li fa senza sentire il ministero accanto. Occorre un’unica regia, con tempi certi e investimenti certi”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, prendendo parte a Vimercate all’inaugurazione dell’impianto di Alcatel-Lucent. Al termine della visita, incontrando i sindacati, il premier ha sostenuto che “sull’innovazione e l’agenda digitale occorre fare riforme”. E infine su Twitter Renzi lancia un messaggio alla nuova Commissione Ue: “Dicono a Bruxelles di non essere burocrati? Liberino dal patto le risorse per innovazione,banda larga e tecnologia. Non si taglia sul #futuro“, ha scritto il premier in un tweet delle 17:01.
Anche il presidente di Confindustria digitale ha posto l’accento sulla centralità del digitale. “L’Italia non cresce soprattutto perché non ha colto le potenzialità di cambiamento offerte dalle tecnologie digitali – ha affermato Elio Catania, presidente di Confindustria digitale – Oggi dobbiamo assumere l’obiettivo di colmare il gap di 25 miliardi annui di mancati investimenti in innovazione rispetto alla media europea, che abbiamo accumulato in due decenni di progressivo calo degli investimenti in Ict, come una straordinaria opportunità per rilanciare l’economia e l’occupazione. Al Governo chiediamo di esercitare la sua piena leadership per far salire la trasformazione digitale del Paese al rango di priorità nazionale, da incardinare in tutte le azioni pubbliche e private volte alla crescita e allo sviluppo”.
“Ormai sappiamo cosa va fatto e dobbiamo passare all’attuazione, concentrandosi su poche cose essenziali per innescare nel paese un effetto trascinamento – prosegue Catania – Internet e le tecnologie di rete generano valore quando accompagnate dall’innovazione dei modelli d’impresa e di Pa ed è qui che la guida politica deve scendere in campo per sciogliere i nodi, superare le resistenze e far modo che le cose avvengano. Diamoci l’obiettivo di portare a compimento entro 24 mesi i progetti strategici nazionali identificati per trasformare la Pa. La squadra c’è, è composta da persone capaci. Con l’Agid abbiamo aperto un’articolata collaborazione tecnica. Con Consip un tavolo di lavoro per standardizzare le forme di partnership pubblico-privata per finanziare per i progetti. Ora chiediamo di individuare i responsabili di ciascun progetto, che rispondano sui tempi attuativi e sui risultati. L’industria Ict è pronta a investire e ad affiancare il Governo nel ridisegnare il paese, mettendo in campo tecnologie e competenze”.
Il tema della governance dell’Agenda digitale è stato affrontato anche nell’editoriale dell’ultimo numero di Cor.Com. “Meglio non fare marcire le cose e fare chiarezza rapidamente su strategie, ruoli, funzioni, autonomie – scrive il direttore Gildo Campesato – Agid può essere un fattore di traino decisivo per la trasformazione digitale dell’Italia, in particolare della pubblica amministrazione. Ma va evitato che la confusione della governance trasformi Agid nell’Agenzia dell’Inutilità Digitale”.