Provo a mettere in fila una serie di avvenimenti accaduti negli ultimi anni di gestione del Progetto “Paese Digitale” da cui emerge che, rispetto al “fare” è prevalso il “dire”; da qui il proverbio: tra il dire e il fare c’è di mezzo il…
Ringrazio il “Corriere delle Comunicazioni” oggi CorCom per aver offerto spunti ed analisi puntuali a questo mio resoconto che vuole rappresentare una memoria critica delle vicende che hanno accompagnato le visioni e i progetti digitali nel nostro Paese.
22 Marzo 2010. Il ministro della PA dell’Innovazione Renato Brunetta dichiara: “Abbiamo in mente di creare un unico punto di accesso ai servizi e far diventare l’amministrazione una sorta di Internet, a cui il cittadino accede e si muove virtualmente.”.
9 Maggio 2011. Il ministro Brunetta dichiara: “Alla mia PA digitale la banda larga non è indispensabile”.
Nella stessa data l’amico Maurizio Cuzari, Presidente di Sirmi commenta: “Sono scettico sulla capacità del sistema Italia di darsi delle regole sul Digitale”. Vista a posteriori, più che una visione, si trattava di un’amara profezia.
6 Febbraio 2012. C’è l’Innovazione fra le priorità del Governo Monti. Dagli open data alla banda larga, dal cloud alle smart city il progetto dell’esecutivo punta a informatizzare una volta per tutte la PA.
19 Marzo 2012 A inizio Marzo si è tenuta una prima riunione della “Cabina di regia” per l’Agenda Digitale, individuando, anche per ciascun settore di intervento, i rispettivi responsabili della stesura del piano d’azione.
2 Aprile 2012. In vista del Decreto Digitalia calendarizzato per il mese di Giugno, Confindustria digitale lancia il programma con le parole d’ordine: “Sgravi fiscali per le imprese che fanno innovazione e per la PA migrazione al Full e-Gov”.
21 Maggio 2012. Il presidente del Consiglio Mario Monti promuove le iniziative di golden rule, project bond e spendig review dei fondi comunitari per mettere in marcia l’Agenda digitale. Il commissario Ue Neelie Kroes rilancia: “I piani del Governo affrontano le priorità dell’Agenda digitale. Italia sulla strada giusta”.
16 Luglio 2012. La governance battezzata dal ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera convince i partiti che plaudono alla scelta di abolire DigitPA e Agenzia per l’Innovazione per creare un’agenzia tutta nuova. Miur, Mise, Funzione Pubblica e Presidenza del Consiglio, non sono forse un po’ troppi i “controllori” dell’Agenzia?
17 Settembre 2012. Il Corriere delle Comunicazioni titola: “Leggenda Digitale” ? Il decreto Digitalia è quasi pronto: banda larga, startup e spinta all’e-gov per far tornare l’Italia a crescere. Ma la scarsità di risorse e ritardi nella creazione dell’Agenzia per l’Italia Digitale rischiano di rallentare l’attuazione del piano telematico.
29 Ottobre 2012. Finalmente anche l’Italia ha la sua Agenda Digitale varata con il Decreto 2.0, ma il tallone di Achille è rappresentato dalla mancanza dei decreti attuativi.
12 Novembre 2012. Decreto Crescita 2.0. La battaglia degli emendamenti. Come si trasformerà l’Agenda durante l’iter di conversione in legge?
4 Febbraio 2013. Agostino Ragosa, neo dg dell’Agenzia per l’Italia Digitale dichiara: “Superata la fase delle nomine e pur consapevole della complessità generata dal coinvolgimento di quattro diversi ministeri nella cabina di regia, l’Agenzia è pronta a partire al più presto con uno statuto ed una adeguata organizzazione”.
15 Luglio 2013. Ancora il dg di Agid , a proposito i open data sostiene: “Non è un tema che riguarda soltanto l’Agenda Digitale, è il tema dei temi. Quello su cui l’industria italiana si gioca il futuro”.
16 Settembre 2013. Francesco Caio, mister Agenda Digitale cambia marcia e punta su tre carte: Anagrafe unica, Identità digitale e Fatturazione elettronica e affermando: “Così si fa l’Italia Digitale” annuncia le strategie messe a punto con il premier Enrico Letta: “Il piano deve essere leva di competitività e rilancio occupazionale”.
Ma Stefano Parisi, Confindustria Digitale ribatte: “Mesi per decidere e sbloccare singoli regolamenti. Se l’Italia vuole fare l’Agenda Digitale serve polso e determinazione”.
25 Novembre 2013. Guelfo Tagliavini, Consigliere Federmanager, con delega all’Agenda Digitale afferma : “Dopo la faticosa gestazione della messa a punto della macchina organizzativa di Agid e dopo la nomina di Mister Agenda Digitale, al secolo, Francesco Caio si avverte il “rischio” o “ l’opportunità”che dopo Caio arrivi “Sempronio”……… e anche questa sarà una facile profezia…..e intanto la Federazione dei Dirigenti Industriali, in accordo con Agid, lancia l’ennesima campagna a favore dello Smart Working e delle Competenze digitali quali strumenti per il recupero di efficienza e riduzione costi nella PA e nel sistema industriale nazionale”.
7 Aprile 2014. Ancora Caio : “L’Agenda Digitale ha bisogno di un presidio politico. E’ una riforma dello Stato e come tale necessita di un supporto forte, a partire dal Presidente del Consiglio”.
12 Maggio 2014. E siamo al Governo Renzi. Graziano Del Rio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dichiara: “L’Italia ripartirà grazie al digitale”. Rilancio della competitività e posti di lavoro, il Governo Renzi mette al centro l’Ict.
9 Giugno 2014. Gildo Campesato, direttore del” Corriere delle Comunicazioni” titola: “Paralisi digitale”? Credo che avrebbe potuto omettere il punto interrogativo. Da mesi si è insediato il nuovo Governo a direzione Renzi e con Caio (Mister Agenda Digitale) già ricollocatosi alla guida di Poste Italiane l’azione di “riorganizzazione” del governo muove i sui passi dando mandato al ministro della Funzione Pubblica, Madia di dare il benservito al dg di Agid Agostino Ragosa.
Riportiamo la motivazione; “Le esigenze connesse alla politica governativa di rinnovamento e discontinuità nell’amministrazione pubblica”. Tradotto: bene, mi dispiace per l’amico Agostino, avevo profetizzato che dopo “tizio (Agostino appunto)” e dopo “caio” (Francesco) sarebbe arrivato “Sempronio”.
In questo stesso mese Renzi lancerà il “Digital Venice” 2014. Tra le parole d’ordine del momento spicca quella di Elio Catania neo Presidente di Confindustria Digitale: “Execution”. Ciononostante l’andamento della copertura dei servizi a banda ultra larga ci pone in coda all’Europa con una percentuale del 21% rispetto alla media europea che supera il 62%.
10 Luglio 2014. Ci siamo, “sempronio” è arrivato. Si chiama Alessandra Poggiani, è il nuovo direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale. Esperta di economia digitale e marketing
15 Settembre 2014. Siamo” all’autunno caldo” dell’Agenda. La Poggiani, dg dell’Agid dichiara: “Italia digitale, riforma Pa stella polare” e il ministro Madia rincara: “la Pubblica amministrazione deve essere digital by default>>. Più tecnologia e meno norme per una nuova cittadinanza eIl sottosegretario alle telecomunicazioni Antonello Giacomelli afferma che lo sviluppo delle reti Spid sono gli obiettivi centrali dell’idea di Paese che abbiamo in mente. Un’Italia in grado, grazie al digitale, di innalzare la qualità della vita e del lavoro di tutti”.
Intanto non ci togliamo dalle posizioni di retroguardia in tema di digitalizzazione, in campo europeo e registriamo dati di disoccupazione giovanile che toccano percentuali del 43% con punte del 65% nel sud dell’Italia.
1 Dicembre 2014. Il dg di Agid, Alessandra Poggiani dichiara: “Questa volta ce la faremo, la nostra forza sono la collaborazione e co-progettazione con tutti i livelli di governo e società civile”. Alessandra Poggiani chiarisce che servono 4, 5 miliardi di euro per cambiare l’Italia con il decreto Crescita digitale per un piano che, per la prima volta, metta in rete tutti i soggetti interessati al cambiamento, innescando un processo di collaborazione e sinergia. L’obiettivo, come previsto dall’agenda digitale italiana ed europea, è portare entro il 2020 i 100mb ad almeno il 50% e 30mb al 100% della popolazione, Adesso la penetrazione è inferiore all’1% e la copertura dei 30mb al 21%.
Siamo, da pochi giorni, entrati nel 2015, parliamo di Agenda Digitale da quasi un lustro. Ogni Governo che si è succeduto nell’ultimo quinquennio ha dichiarato di porre la digitalizzazione del Paese e l’ammodernamento della PA come obiettivi primari da perseguire.
Per farlo, ogni Governo, ha cambiato sistematicamente la governance di tutte le organizzazioni investite, di volta in volta, nei ruoli analisi strategica e gestione delle materie riguardanti lo sviluppo dei programmi di digitalizzazione del Paese (sanità, scuola, Pa, security, innovazione tecnologica e di processo a sostegno del comparto industriale). Il risultato di questo continuo stop and go è sotto gli occhi di tutti.
Abbiamo disperso risorse e competenze continuando a balbettare linguaggi per addetti ai lavori senza riuscire a fare decollare, concretamente, programmi operativi in grado di riverberarsi come servizi a vantaggio dei cittadini e delle imprese.
I tanti, troppi, convegni e seminari che quotidianamente si svolgono con lo scopo di sollecitare il Governo del Paese ad una decisa azione che punti a mettere in campo iniziative efficaci nei confronti di quei settori che risultano fondamentali per la modernizzazione del Paese , rischiano di diventare assemblee sterili che offrono l’opportunità, agli invitati di turno, di lanciare slogan e visioni che , ancorchè apprezzabili sul piano dell’impegno e della qualità professionale, non riescono a dare quella “scossa” di cui la nostra economia avrebbe , viceversa, grande ed urgente bisogno.