Cresce il valore della agenzie digitali italiane. Secondo una ricerca Prometeia, elaborata per Una (associazione italiana delle agenzie digitali) il comparto vale 27,6 miliardi di euro, pari al 1,7% del Pil, con una crescita annua di fatturato pari al 5%.
Il report si inserisce all’interno di Una+, il progetto di digital transformation organizzato in partnership con Google e supportato da Confindustria Intellect.
Nel nostro Paese si stimano 28.000 imprese pari a un fatturato di oltre 21 miliardi con un impiego di oltre 156.000 addetti. Si tratta in prevalenza piccole aziende – oltre il 60% ha meno di 2 addetti e oltre il 90% ha meno di 10 addetti – e si concentrano in particolare nel Nord anche se si registra una presenza rilevante in Lazio e Campania. L’occupazione delle agenzie digitali è caratterizzata da una presenza superiore alla media di giovani con gli occupati fino a 35 anni che raggiungono il 30% (+50% rispetto alla media italiana) e donne, impiegate in questo settore per il 42% (+7,6% rispetto alla media italiana).
Il segmento di mercato è in costante ascesa e il fatturato dal 2010 cresce in media di quasi il 5% l’anno, oltre 3 punti percentuali in più rispetto al settore dei servizi per la comunicazione; anche la redditività (Ebitda) si attesta su livelli superiori (6.5) rispetto al benchmark (4.7).
Le attività digital di queste imprese rappresentano in media quasi il 40% del loro fatturato e valgono circa 8 miliardi di euro e, nonostante una flessione dei ricavi attesa per il 2020, la componente digitale del fatturato rappresenta un importante driver di crescita per il prossimo biennio in cui si prevede un incremento sostenuto.
Per quanto riguarda le aree di offerta maggiormente presidiate, tra le prime tre si annoverano il web (86%), il marketing/comunicazione (64%) e i social media (56%), con una varietà di servizi che affianca allo sviluppo di siti web (71%), alla gestione dei social (51%), allo sviluppo dell’e-commerce (46%), una offerta molto articolata di servizi di marketing e comunicazione (branding, e-mail marketing, …).
L’impatto sull’economia italiana
Il settore delle agenzie digitali contribuisce in misura sostanziale all’economia italiana, non solo direttamente con le proprie attività ma anche indirettamente attraverso la propria filiera (effetto indiretto) e l’attivazione di spesa in consumi dei propri dipendenti e di quelli dei fornitori (effetto indotto).
Nel complesso le agenzie digitali hanno contribuito a generare 27.6 miliardi di euro di valore aggiunto nell’economia italiana, pari al 1,7% del Pil (totale valore aggiunto). Guardando alle attività strettamente digitali queste rappresentano il 38% del totale (0,7% del Pil).
Ogni euro di valore aggiunto creato dalle agenzie digitali genera in media 2.1 euro addizionali nell’economia per un moltiplicatore totale di 3.1. mentre l’occupazione sostenuta dalle attività di questo comparto ammonta ad oltre 433 mila unità (intese come unità di lavoro standard); 10 occupati nelle agenzie digitali sostengono in media ulteriori 20 occupati addizionali nell’economia per un moltiplicatore dell’occupazione di 3.
“Il digitale ha dimostrato come la tecnologia possa aiutare persone e imprese nelle proprie sfide lavorative e imprenditoriali, anche in un momento di difficoltà – dichiara Diego Ciulli, Policy Manager di Google – La ricerca di Una e Prometeia fa luce su un settore che più di altri crea posti di lavoro, reagisce alla crisi e contribuisce alla nostra economia. Siamo felici di essere tra gli abilitatori di questo ecosistema e di constatarne la crescita, a vantaggio del Paese”.
I benefici per le imprese e per il Sistema Paese
Il campione di imprese intervistate riconosce alle agenzie digitali un ruolo cruciale: tra le prime tre leve la capacità di rafforzamento del brand, l’innovazione e l’incremento della competitività. Altro fattore estremamente differenziante in un’economia globale come quella attuale e rilevante per il Made in Italy è la facoltà di sostenere la presenza internazionale delle imprese favorendo una maggiore esportazione, a conferma che gli strumenti analizzati sono rilevanti per vendere sui mercati esteri.
Lo studio sottolinea che un incremento della spesa in servizi digital media del 10% – nel prossimo triennio – produrrebbe una crescita cumulata del prodotto potenziale di oltre 9 miliardi di valore aggiunto. I principali aspetti di intervento per spingere l’economia su questa traiettoria di crescita risiedono per le imprese nell’innalzamento della cultura tecnologica del management e dello sviluppo più esteso di competenze digital; un’adeguata rappresentazione dei vantaggi degli investimenti digital potrebbe inoltre contribuire ad allineare la percezione costi/benefici presso le imprese utilizzatrici.
“La ricerca sottolinea quanto sia importante avviare, accelerare e cogliere tutte le potenzialità legate alla digital transformation – sottolinea Emanuele Nenna, presidente Una – Ci sono aziende che ancora ad oggi decidono di non investire nel digitale, forse bloccate della mancanza di una corretta conoscenza del settore. Ecco perché Una ha deciso di puntare sulla formazione di eccellenza: quella destinata alle piccole e medie agenzie italiane con l’obiettivo di accrescere le loro competenze in materia di comunicazione digitale, e renderle così in grado di guidare con consapevolezza le aziende del territorio in questa delicata fase di rilancio dell’economia del Paese”.
Il progetto Una+
Una+, l’iniziativa in collaborazione di Google, si rivolge alle piccole e medie agenzie presenti sul territorio, con l’obiettivo di accrescere le loro competenze in materia di comunicazione digitale oltre ad accreditare sul mercato le agenzie che vi partecipano. Un’iniziativa che troverà spazio anche all’interno di Italia in Digitale, il nuovo piano di Google per accelerare la ripresa economica del Paese attraverso progetti di formazione, strumenti e partnership per supportare le aziende e le persone in cerca di opportunità lavorative.
Per Alessandra Lanza, senior partner Prometeia, “la fase di ripresa post Covid rappresenta un’occasione unica per compiere quel “salto digitale” che possa portare l’Italia insieme all’Europa sulla frontiera hi tech, il terreno sul quale, nel futuro prossimo, si giocherà la sfida mondiale sulla competitività. È quindi fondamentale mantenere la massima attenzione su tutte le realtà digital perché da queste dipenderà una buona parte della crescita nel futuro”.