Aggiotaggio: è questa l’accusa mossa a Elon Musk a seguito del tweet sul destino di Tesla. Due le denunce presentate al Tribunale federale di San Francisco da due investitori contro il manager e l’azienda che stando agli accusatori avrebbero violato le leggi federali comunicando false informazioni. Informazioni che avrebbero fatto salire il valore delle azioni della società (+13% in poche ore). E che avrebbero avuto un peso enorme considerato il potere di rimbalzo dei social.
La notizia lanciata da Musk con un tweet riguarda il possibile delisting dell’azienda e la sua privatizzazione. In dettaglio Musk ha twittato a sorpresa di essere disponibile a finanziare l’acquisizione di Tesla a un prezzo di 420 dollari per azione. Il tutto con un finanziamento “garantito”, ha twittato il manager senza fornire ulteriori dettagli.
Kalman Isaacs, uno dei due denuncianti nonché investitore di Tesla, sostiene che i tweet fuorvianti avrebbero fatto gonfiare il valore del titolo e che la mancata smentita della notizia avrebbe contribuito ad alterare la quotazione. Isaacs ha inoltre dichiarato di essere stato “costretto” all’acquisto di circa 3.000 azioni Tesla il giorno dopo il i tweet di Musk, per limitare il danno. E secondo William Chamberlain, l’altro ricorrente e anch’egli investitore, con questa operazione Musk avrebbe violato le leggi federali. “Hanno aumentato artificialmente il prezzo delle azioni Tesla fino a 45,47 dollari dal prezzo di chiusura del 6 agosto 2018 (341,99 dollari)”, ha dichiarato.
Bocche cucite in casa Tesla nonostante si profili una class action. Secondo quanto si apprende la Sec avrebbe già contatto Tesla per verificare la veridicità delle dichiarazioni di Musk e capire come mai la comunicazione sia avvenuta via Twitter.
Ma il manager sul suo blog oggi ha pubblicato un post dichiarando che è in corso una trattativa con il fondo sovrano dell’Arabia Saudita, che stando a quato si apprende avrebbe già rastrellato il 5% di azioni del produttore di auto elettriche. “Sono stato contattato molte volte nel corso degli ultimi due anni”, ha detto Mus. “Li ho incontrati per la prima volta all’inizio del 2017 e mi hanno manifestato il loro interesse dovuto alla necessità di diversificare le attività. Ci sono stati poi diversi altri incontri nel corso del 2018 per cercare di andare avanti con una transazione privata. Ovviamente, il fondo sovrano saudita ha il capitale necessario per eseguire su tale operazione”.
Musk ha inoltre puntualizzato che il fondo saudita ha espresso il proprio sostegno a procedere con l’affare, soggetto a due diligence finanziaria e di altra natura. Quel “funded secured” in uno dei tweet della scorsa settimana “si riferiva a questo”, scrive Musk.