TRENTINO

Agricoltura 4.0: droni e big data salva-frutta

A realizzare il progetto Eye Scab è Metacortex, azienda legata al Polo della Meccatronica di Rovereto. Grazie alle riprese dall’alto e all’uso di modelli matematici il sistema previene la “ticchiolatura” che macchia i frutti e li rende non più commerciabili

Pubblicato il 06 Set 2017

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Un drone salverà le mele dal fungo “Ventura inaequalis”, che mette in pericolo i frutti causando la “ticchiolatura”, una malattia che li ricopre di macchie bruno olivastre devastandoli al punto di non poter più essere esposti e venduti sugli scaffali delle frutterie.

A ideare il progetto “Eye scab”, che prevede l’utilizzo di oggetti volanti a pilotaggio remoto per monitorare le piantagioni trentine e prevenire la comparsa del fungo, è Metacortex, azienda insediata nel business innovation center di Pergine Valsugana e afferente al Polo meccatronica di Rovereto.

Non è un caso che l’idea, finanziata grazie a un progetto dell’Unione europea, abbia trovato realizzazione proprio in Trentino, dove viene prodotto circa il 20% delle mele consumate un in anno in Italia, 800 mila tonnellate in tutto nel 2016.

“Nel 2013 l’attacco ai meli del Nord Italia e della provincia di Trento è stato talmente aggressivo che è andato perduto oltre il 40% della produzione – afferma Rino Goller, uno dei quattro soci fondatori di Metacortex – Dato che la ticchiolatura si sviluppa più facilmente quando le foglie sono bagnate e la temperatura atmosferica è più alta, utilizziamo i dati forniti dalle centraline meteorologiche per individuare i periodi in cui è più facile che la malattia possa svilupparsi. Contemporaneamente è fondamentale l’utilizzo di un drone, dotato di una termocamera radiometrica e di un sensore multispettrale a sei bande, in grado di raccogliere ulteriori dati scaglionati nel tempo relativamente allo sviluppo fogliare”.

Abbinando le informazioni fornite dalle immagini geolocalizzate provenienti dal drone con i dati meteo sarà infine possibile mettere a punto un algoritmo con cui si superano i modelli di previsione “tradizionali”, individuando con buoni margini di approssimazione le piante più a rischio di essere infettate. L’agricoltore potrà così predisporre i trattamenti preventivi specifici, utilizzando meno fitofarmaci, migliorando la qualità del prodotto e risparmiando.

Infine l’acquisizione ripetuta di dati nel corso del tempo consente sia di sapere in real time quale percentuale del fogliame è “scoperta” dai trattamenti, ma anche di avere informazioni più generali sulla salute delle piante.

L’approccio tecnologico messo a punto e testato da Metacortex, in collaborazione con l’Università di Trento, la Fondazione Edmund Mach e il Consorzio Frutticoltori Alta Valsugana, ha ricevuto un finanziamento di 50mila euro dall’Ue nell’ambito del programma Horizon 2020 per mettere a punto uno studio di fattibilità.

“L’utilizzo del drone – prosegue Goller – può essere applicato ad altre coltivazioni per monitorare lo sviluppo fogliare e quindi lo stato di salute, ma anche la reazione ai trattamenti. Potrebbe dunque interessare i consorzi, in grado così di valutare se i contadini si attengono agli obblighi di effettuare determinati trattamenti di cura. Ma nel caso dei meli e di altri alberi da frutto può essere utilizzato anche per controllare l’impollinazione, la vigoria della fioritura, e dunque permettere di stimare a priori la produzione, con un impatto decisivo sul processo di commercializzazione”.

“Stiamo testando una app che sarà presto disponibile – conclude – che fotografando con una termocamera collegata allo smartphone le foglie del melo, permette di individuare lo sviluppo della ticchiolatura fino a quattro giorni prima rispetto alla comparsa delle prime macchie”.

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