«Entro i prossimi 5 anni vogliamo portare il nostro Paese ad essere leader in Europa, passando dall’1% al 10% della superficie agricola lavorata con i mezzi di precisione. A ottobre presenteremo le azioni con investimenti e strumenti nazionali e regionali di supporto a far crescere questo comparto». A fissare gli obiettivi e la roadmap della strategia del Governo per lo sviluppo dell’agricoltura 2.0 è Maurizio Martina. Il ministro delle Politiche agricole, intervistato da CorCom, non nasconde le ambizioni dell’esecutivo (“Vogliamo creare un laboratorio permanente di innovazione per l’agroalimentare”) e sottolinea il ruolo del Meridione, potenziale protagonista della trasformazione digitale dell’agroalimentare italiano.
Dai droni all’IoT, passando per il cloud e il mobile: quale futuro si prospetta per l’agricoltura hi-tech italiana?
Il futuro è già qui. Sono tante le realtà che sviluppano soluzioni innovative per il modello agricolo italiano e che possono aiutare a coniugare competitività e sostenibilità. I sensori collegati alle stalle per gestire gli allevamenti, i sistemi di rilevamento dell’umidità dei terreni e i programmi di gestione irrigui via smartphone, solo per citarne alcuni, non rappresentano solo il nostro futuro ma il nostro presente.
Entro i prossimi 5 anni vogliamo portare il nostro Paese ad essere leader in Europa, passando dall’1% al 10% della superficie lavorata con i mezzi di precisione.
Quali sono i vostri progetti per favorire l’adozione e l’utilizzo di questi strumenti digitali?
Abbiamo un piano per lo sviluppo dell’agricoltura di precisione che è partito con la stesura di linee guida, oggetto di una consultazione pubblica ancora online sul sito del Ministero. Ad ottobre, poi, presenteremo le azioni con investimenti e strumenti nazionali e regionali di supporto a far crescere questo comparto. Scelte concrete per rispondere anche alle richieste dei giovani e delle startup che hanno animato Agrogeneration, l’evento dedicato a queste tematiche organizzato lo scorso luglio a Catania che diventerà un appuntamento fisso. Vogliamo creare un vero e proprio laboratorio permanente di innovazione per l’agroalimentare.
Quale apporto può fornire la tecnologia in materia di produttività ed eco-sostenibilità?
Si possono ottimizzare gli interventi in campo, riducendo l’impatto ambientale, aumentando le produzioni e sprecando meno acqua e terra. Già oggi la nostra agricoltura è tra le più sostenibili in Europa. Più di 1 ettaro su 10 è coltivato a biologico, abbiamo il 35% in meno di emissioni gas serra rispetto alla media UE. Possiamo fare ancora di più e meglio.
L’agricoltura 2.0 può essere un volano per il Meridione e l’occupazione giovanile?
Il Mezzogiorno può essere un protagonista assoluto e il nostro evento di Catania lo ha dimostrato. Abbiamo incontrato realtà giovani aperte in Sicilia da ragazzi under 30 che sviluppano tecnologie sofisticate. C’è un patrimonio enorme di energie e competenze che dobbiamo aiutare a svilupparsi. Sono loro la nostra Agrogeneration.