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Agritech, 40 milioni per startup e pmi: i bandi della Fondazione Enea Tech

Si punta a sostenere e accelerare i processi di innovazione e lo sviluppo di soluzioni tecnologicamente avanzate e di processi e prodotti. Il presidente Tria: “Focus sulla sostenibilità”. Candidature fino al 31 maggio. Osservatorio Polimi: giro d’affari a 2,5 miliardi

Pubblicato il 15 Mar 2024

Man farmer with digital tablet in field using apps

Quaranta milioni di euro per start up, pmi e spin off universitari che operano nel campo dell’agritech delle tecnologie avanzate e della nutrizione. Li mette a disposizione la Fondazione Enea Tech e Biomedical. Le candidature potranno essere presentate dal 2 aprile al 31 maggio 2024.

“Agritech, tecnologie avanzate e nutrizione: gli ambiti di riferimento della seconda call to action pubblicata dalla Fondazione Enea Tech e Biomedical – spiega una nota – La Fondazione Enea apre ai progetti di start up, piccole e medie imprese e spin off universitari, con l’obiettivo di sostenere e accelerare i processi di innovazione, crescita e sviluppo di soluzioni tecnologicamente avanzate e di processi e prodotti innovativi nel settore dell’agricoltura e dell’agrifood, fondamentale in termini di sviluppo economico e posizionamento strategico del sistema italiano”.

I focus di applicazione

In particolare “gli ambiti di intervento riguardano l’Agritech, con focus sulle innovazioni tecnologiche e digitali disponibili, per accrescere il rendimento delle produzioni migliorare la qualità dei prodotti, ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale nonché garantire la tracciabilità e la certificazione delle produzioni agricole nazionali mediante l’intelligenza artificiale (AI), l’automazione e la robotica”.

Inoltre, “gli altri ambiti di interesse riguardano le tecnologie di evoluzione ssistita e l’innovazione nel campo nutrizionale con lo sviluppo di alimenti, la valorizzazione di cibi di buona qualità nutrizionale, prodotti e diete atte a migliorare le caratteristiche specifiche del microbiota intestinale dei singoli individui e la prevenzione di diverse patologie”.

Nello specifico “le risorse messe a disposizione per l’avviso pubblico sono pari a 40 milioni di euro e la Fondazione potrà intervenire attraverso investimenti in equity/quasi equity, ovvero investimenti in capitale di rischio che prevedono l’apporto di capitale tra euro 500.000 ed euro 5.000.000. Le candidature potranno essere presentate dal 2 aprile al 31 maggio 2024.

Il climate change bussola

“La seconda manifestazione di interesse pubblicata dalla Fondazione Enea Tech e Biomedical -dice il presidente Giovanni Tria– rappresenta un ulteriore passo per il perseguimento degli obiettivi complessivi della Fondazione stessa. Far emergere e sostenere i migliori progetti innovativi nel campo dell’Agritech, e quindi aiutare l’innovazione scientifica e tecnologica in un settore così strategico per l’economia italiana, come quello agroalimentare, significa perseguire almeno quattro obiettivi cruciali connessi tra loro. Primo obiettivo: contribuire a mitigare l’impatto del climate change nel settore e al tempo stesso migliorare l’impatto del settore sull’ambiente. Il secondo obiettivo è quello di rafforzare la sicurezza alimentare sia dal punto di vista quantitativo, con aumento della produttività, sia qualitativo per ciò che riguarda il controllo della qualità dei prodotti e il loro effetto sulla salute umana. Terzo obiettivo, contribuire a far crescere in Italia un approccio ‘One Health’ (stretta connessione salute umana, salute animale e ambiente) al tema della sanità pubblica in termini di sicurezza nazionale, e ciò collega l’intervento della Fondazione nel settore specifico al suo mandato complessivo di rafforzamento della filiera biomedica. Infine, quarto obiettivo, rafforzare la ricerca scientifica e tecnologica e le sue applicazioni industriali”.

I dati del Polimi

Secondo i dati dell’Ossevatorio Smart Agrifood del Politcenico di Milano, nel 2023, il settore agrifood è stato fortemente impattato dagli effetti del cambiamento climatico e degli eventi meteorologici che hanno colpito la Penisola. In questo contesto, il mercato dell’Agricoltura 4.0 ha segnato un nuovo record, raggiungendo i 2,5 miliardi di euro, +19% rispetto al 2022. Se la spesa cresce, cambiano però gli ambiti di investimento delle aziende agricole italiane. Macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo dei mezzi rappresentano ancora circa metà del mercato, ma diversi fattori – tra cui la progressiva riduzione degli incentivi statali – ha portato un calo di queste due voci (rispettivamente -7% e -10%) a favore di software che permettono di interconnettere la parte hardware e di analizzare i dati raccolti. L’11% della spesa è data da software gestionali e Fmis (Farm Management Information Systems), l’8% da piattaforme di integrazione dati, 8% da sistemi di mappatura di coltivazioni e terreni, 5% da DSS (Software di supporto alle decisioni).Il 72% delle aziende agricole italiane utilizza soluzioni di Agricoltura 4.0 (una cifra sostanzialmente invariata rispetto al 2022), ma aumenta il numero di soluzioni medie per azienda (3,4, rispetto al 3,2 del 2022). A investire sono principalmente le aziende che hanno già intrapreso percorsi di digitalizzazione negli anni passati. Per la stessa ragione, la crescita della superficie italiana coltivata con tecnologie digitali risulta moderata, passando dall’8% del 2022 al 9% del 2023. Tra le soluzioni maggiormente adottate, dopo i software gestionali aziendali, si trovano i sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature e di terreni e coltivazioni, seguiti dai Dss e dalle soluzioni basate su dati satellitari per la mappatura di coltivazioni e terreni.

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