Fumata nera in Ue nelle trattative per raggiungere l’accordo sull’IA Act, la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale. Dopo una maratona negoziale durata ventidue ore le istituzioni comunitarie non sono riuscite a trovare l’intesa. I negoziati, ha riferito il commissario Ue per il Mercato unico, Thierry Breton, riprenderanno domani mattina alle 9.
Sciolto il nodo dei foundation model
A quanto si apprende, i negoziatori, chiamati a discutere 21 punti all’ordine del giorno, avrebbero trovato un accordo “in linea di principio” sui modelli di fondazione come Gpt-4, alla base del chatbot ChatGpt, uno dei nodi del negoziato.
Il riconoscimento biometrico
Più difficile trovare la quadra su altri punti critici come la valutazione d’impatto sui diritti fondamentali, i sistemi di identificazione biometrica in tempo reale e a distanza, come il riconoscimento facciale, e le deroghe nell’ambito della sicurezza nazionale. Su questi aspetti le posizioni tra una parte del Consiglio e il Parlamento restano distanti.
I paletti di Francia, Germania e Italia
In una lettera inviata alla Commissione europea Parigi, Berlino e Roma oltre che delineare un approccio più light basato sul rischio applicativo per i fondation model, dove però oggi sarebbe stato trovato l’accordo, sottolineavano diversità di vedute con il testo varato dal Parlamento Ue circa il riconoscimento biometrico. Nel testo di Strasburgo si vieta la sorveglianza e il controllo tramite AI negli spazi pubblici, ad eccezione delle indagini su crimini specifici col via libera di un giudice, così come strumenti di polizia predittiva che in teoria dovrebbero prevedere chi potrebbe commettere un reato.