LO STUDIO

Artificial Intelligence Act, la compliance costerà alle pmi 300mila euro

E secondo stime di Intellera Consulting gli investimenti per l’adeguamento alle nuove regole Ue saranno pari all’1,3% del fatturato. “Ma i costi potranno scendere se si utilizzeranno le risorse messe a disposizione dai Poli di innovazione digitale”

Pubblicato il 16 Nov 2022

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La maggiore regolamentazione imposta dal nuovo quadro normativo sull‘intelligenza artificiale in Europa comporterà un aumento dei costi di conformità per le Pmi che sviluppano, utilizzano, importano e rivendono soluzioni di Ai, dovute a diverse attività, dalla conoscenza delle nuove procedure all’acquisizione ed elaborazione dati, dalle procedure amministrative all’auditing esterno. Ma, rispetto alle prime stime dello studio a supporto di una valutazione dell’impatto della regolamentazione sull’Ai che ha previsto un costo totale pari al 17,3% del fatturato, i costi reali di adeguamento all’Ai Act sarebbero oltre dieci volte inferiori, quantificabili in circa 300 mila euro, pari all’1,3% del fatturato di una Pmi “tipo” produttrice di soluzioni di intelligenza artificiale. E potrebbero scendere ulteriormente, se si riuscissero ad attivare con successo la rete europea dei Poli di innovazione digitale (gli “European Digital Innovation Hubs”) e gli strumenti di prova e sperimentazione dell’intelligenza artificiale (i cosiddetti “Testing and Experimentation Facilities” Tefs) per assorbire parte dei costi e attivare importanti economie di scala.
A dirlo è la ricerca realizzata da Intellera Consulting, presentata in occasione del seminario “The Ai Act – What costs for Smes?”, a Bruxelles, dove la società di consulenza organizzativa, gestionale e tecnologica ha una propria sede.

SCARICA LA RICERCA

I risultati dell’indagine Intellera

L’indagine Intellera ha applicato a una Pmi produttrice di soluzioni di Ai “modello” con 150 dipendenti e un fatturato da 23,2 milioni di euro le stime dello “Studio a supporto di una valutazione dell’impatto della regolamentazione sull’Ai” della Commissione Europea che calcola i costi di conformità in proporzione diretta al valore di mercato dell’Ai: ne risulta un costo di adeguamento pari al 17,3% del fatturato, che corrisponde a circa 4 milioni di euro, con l’impiego di oltre 70 risorse equivalenti a tempo pieno (Fte), chiaramente insostenibile per il business della maggiore parte delle realtà.
Secondo la società di consulenza, però, calcolando più correttamente i costi di conformità all’Ai Act sulla base delle attività e degli strumenti effettivamente necessari all’adeguamento, questi possono scendere a circa 300 mila euro, pari all’1,3% del fatturato della Pmi tipo, impiegando mediamente 2,7 risorse Fte.
E possono ridursi ulteriormente, fino a un valore di circa 230 mila euro a Pmi, in uno scenario ancora più ottimistico, che prevede il supporto dei Poli di innovazione digitale (Edih), in grado di assorbire il 27% dei costi di requisiti di una Pmi (tutti i costi di conservazione di documenti e registri, metà dei costi di fornitura di informazioni) e il 21% dei costi per le procedure di valutazione della conformità.

L’impatto dell’Ai Act

La Commissione Europea ha definito una chiara strategia per promuovere la trasformazione digitale, riconoscendo all’Intelligenza Artificiale un ruolo per lo sviluppo socioeconomico ed evidenziando allo stesso tempo l’importanza di considerarne i rischi. Nell’aprile 2021 ha proposto l’Ai Act, un quadro normativo sull’intelligenza artificiale per garantire la correttezza e l’affidabilità dei sistemi di Intelligenza Artificiale, attualmente in fase di revisione, la cui versione finale è attesa entro inizio 2023 e l’applicazione per la seconda metà del 2024.
“L’Ai Act è uno strumento necessario per la regolamentazione dell’Intelligenza artificiale in un momento in cui lo sviluppo tecnologico procede a ritmo sostenuto e gli investimenti sono in forte aumento”, commenta in una nota Massimo Pellegrino, Partner di Intellera Consulting, “ma comporterà un aumento dei costi per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese che, pur essendo all’avanguardia nell’innovazione, riescono con maggior difficoltà a far fronte Ai requisiti di adeguamento. Se i costi di conformità del Regolamento fossero quelli previsti dallo scenario dello studio a supporto di una valutazione dell’impatto della regolamentazione sull’Ai, l’impatto sulle Pmi sarebbe critico, al punto da causare non solo una riduzione dei profitti delle imprese, ma anche un pericolo di un rallentamento dell’innovazione. Secondo il nostro approccio di calcolo, però, in realtà i costi saranno sostenibili per le Pmi e coerenti con gli obiettivi dell’Ue di aumentare l’adozione dell’Ai e garantirne l’affidabilità. Tuttavia”, chiosa Pellegrino, “è importante sviluppare a livello europeo uno studio empirico che stimi nel dettaglio i benefici e valuti l’impatto effettivo dell’Ai Act sulle Pmi”.

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