IL CASO

Intelligenza artificiale, ancora grane per Google: nuova indagine su una ricercatrice

Dopo le polemiche sul licenziamento della specialista Timnit Gebru, la società blocca l’account di un’altra dipendente del team Machine Intelligence. Manomissione di file aziendali al centro delle accuse

Pubblicato il 20 Gen 2021

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Etica e Intelligenza artificiale, un altro capitolo “opaco” per Google. Dopo il licenziamento della ricercatrice Timnit Gebru, nel mirino per l’accusa all’azienda di razzismo, la società ha aperto una nuova indagine su Margaret Mitchell, in forze a Google Research and Machine Intelligence e bloccato il suo account aziendale. Questo perché l’azienda avrebbe scoperto che “migliaia di file”, si legge in una dichiarazione di Google, erano stati “estratti” dai server aziendali e condivisi con account esterni. Per ora nessun licenziamento della scienziata, riporta Axios.

Mitchell avrebbe utilizzato script automatizzati per cercare fra i messaggi della collega le prove del trattamento discriminatorio da parte dell’azienda.

La replica di Google

“I nostri sistemi di sicurezza bloccano automaticamente l’account aziendale di un dipendente – replica Google – quando rilevano che l’account è a rischio di compromissione a causa di problemi legati alle credenziali o quando è stata attivata una regola automatizzata che coinvolge la gestione di dati sensibili. In questo caso, i nostri sistemi hanno rilevato che un account aveva esfiltrato migliaia di file e li aveva condivisi con più account esterni”.

Il caso Gebru aveva sollevato una serie di polemiche sui sospetti di trattamenti discriminatori attuati nei confronti della ricercatrice nera, considerata fra i migliori esperti di etica di Intelligenza artificiale.

Le accuse contro Google

La politica di Google sul fronte discriminazioni è stata più volte criticata sia all’interno che all’esterno dell’azienda. Dopo il licenziamento di Gebru migliaia di dipendenti interni e accademici esterni e attivisti hanno firmato una petizione a sostegno della ricercatrice. Non basta: nel mirino dei dipendenti anche il Progetto Maven che punta ad affinare gli attacchi dei droni militari. L’opposizione al progetto è una delle ragioni principali per cui i dipendenti di Google hanno annunciato l’intenzione di formare l’Alphabet Workers Union con il supporto dei Communications Workers of America, la prima del suo genere nella storia dell’azienda. “Sarà – recita il comunicato – il primo sindacato aperto a tutti i dipendenti e appaltatori di qualsiasi azienda Alphabet”.

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