Enea Tech e Biomedical accende i motori: con la registrazione alla Corte dei Conti della nomina a presidente di Giovanni Tria, infatti, e del consiglio direttivo composto da Sergio Abrignani, Paolo Bonaretti, Marco Baccanti e Maria Cristina Porta, può dirsi completato il persorco che renderà operativa la fondazione che avrà il compito di gestire per conto del ministero per lo Sviluppo economico il Fondo per il trasferimento tecnologico e il Fondo per la ricerca e lo sviluppo industriale biomedico, istituito con la Legge di bilancio.
Come previsto dal decreto Sostegni Bis, infatti, la Fondazione Enea Tech e Biomedical – di cui Enea è fondatore e che opera sotto la vigilanza del Mise – ha esteso l’ambito di applicazione dei suoi interventi anche agli investimenti nel settore biomedicale, puntando alla realizzazione di poli nazionali per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini rafforzando, lungo tutta la filiera produttiva, le infrastrutture di ricerca, sperimentazione e produzione. “Si tratta – si legge in una nota – di una misura introdotta su volontà del ministro Giorgetti per favorire, sia in termini di capacità produttiva sia di trasferimento tecnologico, la collaborazione e la sinergia tra l’industria farmaceutica e i centri di ricerca presenti nel nostro Paese“.
Enea Tech e Biomedical potrà disporre di una dotazione superiore ai 500 milioni di euro, e avrà tra i propri obiettivi anche quello di sostenere investimenti in attività di ricerca e trasferimento tecnologico, favorendo la collaborazione tra Pmi, startup innovative e Università, e più in generale tra mondo della ricerca e imprese, in settori di rilevanza strategica per la competitività del Paese quali, oltre quello della salute, la green economy, la robotica e l’intelligenza artificiale.
“La Fondazione – conclude il comunicato – può anche promuovere gli investimenti sia aggregando risorse proprie a quelle dei due fondi citati, sia in coordinamento o co-investimento con imprese, altri fondi istituzionali e privati, organismi e enti pubblici italiani e esteri, inclusi quelli territoriali, nonché attraverso l’utilizzo di risorse dell’Unione europea”.