Si definiscono i dettagli dell’imminente Ipo di Airbnb: la piattaforma americana degli affitti brevi ha indicato al regolatore di Borsa Sec di voler fissare il prezzo del titolo tra 44 e 50 dollari per share nella sua offerta pubblica iniziale. Ciò porterebbe la sua valutazione fino a 35 miliardi di dollari su base diluita. Sul mercato privato Airbnb è valutata 18 miliardi.
L’azienda punta a raccogliere circa 2,5 miliardi di dollari in Borsa e gli investitori attuali cercheranno di vendere le azioni di Airbnb in loro possesso per un valore di 96 milioni di dollari, riporta Cncb.com.
Il debutto in Borsa è atteso per metà mese con il simbolo “ABNB”. Intanto è partito oggi il roadshow con cui Airbnb si presenterà ai potenziali investitori e cercherà di scaldare il mercato sull’imminente Ipo.
La pandemia e l’effetto “rimbalzo”
Il prospetto depositato al regolatore Sec indica che Airbnb, nonostante i colpi della pandemia di Covid-19, è riuscita nel quarto trimestre a realizzare un utile netto di 219 milioni di dollari su ricavi totali di 1,34 miliardi. Il fatturato è in flessione di quasi il 19% rispetto a un anno prima (1,65 miliardi), ma il dato sull’utile è visto con ottimismo dagli investitori. La società californiana ha registrato quasi sempre trimestri in perdita; gli unici trimestri profittevoli sono stati il secondo e il terzo del 2018 e il terzo del 2019.
Nel 2019, la società ha riportato una perdita netta di 674 milioni di dollari e ricavi di 4,81 miliardi. Finora nel 2020 la perdita ammonta a quasi 697 milioni e i ricavi sono pari a 2,52 miliardi di dollari. La flessione nei risultati risente dell’impatto del coronavirus, che ha pesantemente colpito l’industria dei viaggi e dell’ospitalità.
Il primo fattore di rischio indicato da Airbnb nei documenti per la Sec è infatti la pandemia di Covid-19 che, insieme alle “azioni per mitigarne” l’impatto, ha influito in modo negativo e continuerà a influire “materialmente e negativamente sul nostro business, sul risultato delle operazioni e sulle condizioni finanziarie”.
Tuttavia la stessa pandemia ha in qualche modo “salvato” e trasformato il business di Airbnb. La società è infatti riuscita a generare un effetto “rimbalzo” dall’emergenza sanitaria, grazie alla corsa verso le zone rurali dei residenti delle città che hanno potuto allontanarsi dai centri urbani dove il coronavirus si è diffuso più velocemente e capillarmente. Airbnb ha dichiarato a luglio che i clienti avevano prenotato più di un milione di notti in un solo giorno per la prima volta dal 3 marzo, anche perché i viaggiatori statunitensi hanno preferito quest’estate le case vacanze locali, non potendo recarsi all’estero o spendere in hotel di lusso.
Oltre l’emergenza di aprile, ora il mercato è positivo
Airbnb ha annunciato a fine agosto di aver presentato in via confidenziale i documenti di registrazione per l’offerta pubblica iniziale al regolatore di Borsa americano Sec. La piattaforma degli affitti brevi è dovuta ricorrere ad aprile a un “finanziamento di emergenza” cui hanno partecipato i fondi Silver Lake e Sixth Street Partners, che hanno immesso nelle casse della società in affanno ben 2 miliardi di dollari. Il debito con gli investitori – e le avverse condizioni di mercato create dall’emergenza Covid – hanno spinto Airbnb a una drastica sforbiciata sui costi. L’azienda ha licenziato quasi 1.900 dipendenti, ovvero circa il 25% della forza lavoro, e tagliato la spesa in marketing.
La valutazione attuale di Airbnb a 18 miliardi di dollari è dunque quasi la metà di quella raggiunta nel 2017 (31 miliardi). Ma il 2020 è stato un anno col segno più per le Ipo negli Stati Uniti e la società spera di capitalizzare il trend positivo: se l’Ipo porterà davvero a una valutazione di 35 miliardi di dollari il risultato sarebbe nettamente superiore alle aspettative degli analisti indipendenti, che si fermano a circa 21 miliardi.
Una nuova strategia
Nel prospetto per il regolatore di Borsa l’azienda ha anche indicato che il suo obiettivo è costruire una community tra host e guest, posizionando tale community come fattore di differenziazione rispetto ai concorrenti (quali Booking, Expedia, Tripadvisor, Google e alcune grandi catene di hotel).
“I nostri ospiti non sono transazioni, sono membri attivi della nostra community a cui contribuiscono da protagonisti”, ha scritto Airbnb nei documenti per la Sec. “Una volta che diventano parte di Airbnb, i guest partecipano in prima persona alla community, tornano regolarmente sulla nostra piattaforma per nuove prenotazioni e consigliano Airbnb ad altri utenti che a loro volta entrano nella community. Questa domanda incoraggia l’ingresso di nuovi host, e ciò a sua volta attrae nuovi ospiti. È un circolo virtuoso, i guest attraggono gli host, gli host attraggono i guest”.