LE MODIFICHE

Dal Cad alla “nuova” PA digitale: ecco tutte le novità

Parere favorevole dalla Commissione Affari costituzionali di Montecitorio al dgls che modifica il Cad. Tra le proposte la nomina di un commissario per il digitale, l’obbligo di pagamenti elettronici per la PA, il difensore civico digitale e l’utilizzo di device mobili per lo smart working

Pubblicato il 03 Ago 2016

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La commissione affari costituzionali della Camera ha dato il via libera al decreto legislativo che modifica il codice dell’amministrazione digitale. Nel motivare il proprio parere favorevole il relatore, il deputato Pd Paolo Coppola, che ha messo a punto il documento con il contributo di Fernanda Faini, Monica Palmirani, AndreaCaccia e Nello Iacono, che hanno contribuito tra l’altro alla realizzazione della consultazione pubblica che è stata alla base del parere, elenca in tutto 18 condizioni.

Al primo punto la relazione chiede che venga reintrodotta la definizione di “documento informatico”, armonizzandola con le disposizioni vigenti a livello europea. Al punto due il relatore chiede che si aggiungano le definizioni di interoperabilità e cooperazione applicativa, per favorire “la effettiva realizzazione di cooperazione applicativa tra amministrazioni.

Il punto cinque prevede che i gestori dei servizi pubblici siano obbligati ad accettare “i pagamenti spettanti a qualsiasi titolo attraverso i sistemi di pagamento elettronico” (..) “Ivi inclusi, per i micro pagamenti, quelli basati sull’uso del credito telefonico”.

Al sesto punto c’è la richiesta che “la riorganizzazione e l’aggiornamento dei servizi resi grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione” avvengano “sulla base di una preventiva analisi delle reali esigenze dei cittadini e delle imprese, anche utilizzando strumenti per la valutazione del grado di soddisfazione degli utenti”, anche “prevedendo che tutti i servizi online delle amministrazioni consentano la rilevazione online della soddisfazione degli utenti rispetto alla qualità, anche in termini di fruibilità, accessibilità e tempestività del servizio”.

Al punto nove c’è l’incentivazione dell’uso da parte dei lavoratori “di dispositivi elettronici personali, o personalizzabili di proprietà aziendale e concessi in comodato d’uso gratuito, sul posto di lavoro”.

Tra le richieste c’è anche quella, al punto 11, di garantire la terzietà, l’autonomia e l’imparzialità del difensore civico digitale, stabilendo in ogni caso tempi certi per la risposta nonché provvedimenti disciplinari in caso di mancato adeguamento”.

Al punto 12 compare la proposta di istituire una “Consulta permanente dell’innovazione, che opera quale struttura aperta di partecipazione”, per attuare pienamente l’articolo che prevede il “principio di partecipazione con modalità telematiche ai processi decisionali delle istituzioni pubbliche”.

La relazione propone inoltre, al punto 15, “la nomina di un Commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale, senza attribuzione di alcun compenso o indennità, con poteri di impulso e di coordinamento nei confronti delle pubbliche amministrazioni cui competono adempimenti connessi e strumentali all’attuazione dell’Agenda digitale italiana, e con attribuzione di potere sostitutivo in caso di inadempienze gestionali o amministrative di misure necessarie all’attuazione della Agenda medesima”

L’ultimo punto, il 18, prevede infine che venga realizzata una “Banca dati degli obiettivi e degli indicatori delle performance”, prevedendo inoltre che tutti gli adempimenti relativi a pubblicazioni ovvero comunicazioni ad altre pubbliche amministrazioni, di dati o documenti relativi ai piani delle performance si intendono sostituiti a tutti gli effetti con la trasmissione al Portale della Performance e stabilendo misure sanzionatorie in caso di inadempienza.

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