LA VERTENZA

Alcatel-Lucent, i sindacati: “Vogliamo incontrare Loiola”

Fim, Fiom e Uilm chiedono un confronto con il nuovo Ad per l’Italia e un tavolo al Mise sulla crisi dell’azienda: “Serve un impegno istituzionale a garanzia del futuro della multinazionale”

Pubblicato il 18 Giu 2014

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L’obiettivo è di riaprire un confronto con l’azienda, e di incontrare il nuovo amministratore delegato di Alcatel Lucent Italia, Roberto Loiola. Così il coordinamento nazionale Fim, Fiom e Uilm di Alcatel Lucent chiede l’apertura di un tavolo a cui sieda anche il ministero per lo Sviluppo economico. “Per affrontare questa complessa ristrutturazione in modo responsabile, è necessario che l’azienda faccia dei concreti passi avanti – si legge in una nota congiunta dei sindacati – in particolare sulla gestione degli ammortizzatori sociali, per mitigare l’impatto economico, professionale e sociale sui lavoratori coinvolti dalla cassa integrazione, superando le posizioni pregiudiziali espresse finora”.

Nello specifico, i sindacati chiedono di riaprire il confronto sulla gestione della Cigs, riconsiderando i temi della rotazione, dell’integrazione economica, del reintegro in attività dei lavoratori al termine del periodo di cassa integrazione. Poi la mobilità, riprendendo in considerazione le possibilità della volontarietà, dell’incentivazione e della messa a disposizione dello strumento anche per i lavoratori non in Cigs. Quanto alle cessioni di rami d’azienda, i sindacati vorrebbero tornare a discutere della “ricostruzione di un quadro di garanzie occupazionali, industriali, economiche e normative dopo la disdetta dell’accordo quadro del 1997 da parte dell’azienda, con l’esternalizzazione verso Siae dei lavoratori attualmente in Cigs provenienti da aree coinvolte nello spin-off. E infine i sindacati vorrebbero fare il pu to con l’azienda sulla situazione degli altri spin-off “allo studio” e sul loro effetto sull’occupazione, oltre che discutere “delle prospettive industriali delle attività rimaste in ALu Italia”.

“E’ inoltre necessario – conclude la nota di Fim, Fiom e Uilm – chiarire la politica di Alu Italia sull’utilizzo di contractors e subcontractors, in quanto non la riteniamo coerente né coi problemi occupazionali aperti dall’azienda, e neppure con i criteri di utilizzo che l’azienda ha dichiarato di seguire, cioè solo per attività a breve termine o per professionalità specifiche non presenti in azienda”.

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