Il mercato giusto da cui ripartire. «Tutto quello che abbiamo fatto sinora – dice a Cor.Com Michel Combes, Ceo di Alcatel-Lucent che sta guidando la ripartenza dell’azienda dopo gli anni bui dei debiti e del rischio bancarotta, sfiorato solo venti mesi fa – ci serve per tornare in gioco: ristrutturare l’azienda, rifocalizzarci su aree di forte competenza, rifinanziare il debito. Adesso, stiamo tornando in partita e giochiamo con un obiettivo: vincere, non partecipare».
Combes è ambizioso ma la “sua” Alcatel-Lucent, dopo un piano di lacrime e sangue durato 18 mesi che ha portato a tagliare rami secchi, eliminare parti dell’attività aziendale non percepite più come produttrici di valore, e a ristrutturare il debito in maniera tale da tornare nelle pre-condizioni necessarie a generare flusso di cassa («Ce la faremo entro il 2015»), adesso ha un ottimo posizionamento. Tornata ad essere uno specialista del networking, investendo 2,2 miliardi di euro all’anno nei Bell Labs e nella R&S (ereditati da At&t tramite Lucent), Alcatel-Lucent ha la ragionevole sicurezza di poter intercettare buona parte della crescente domanda per quanto riguarda le apparecchiature di rete sia da parte del settore telco che da quello delle grandi aziende di settori diversi. «La rete – dice Combes durante l’annuale incontro che si sta tenendo in queste ore a Basking Ridge nel New Jersey al quale Cor.Com partecipa in esclusiva – è lo strumento con il quale le aziende si possono diversificare nei loro mercati. Noi le aiutiamo a migrare dalle vecchie alle nuove tecnologie, focalizzandoci sulle cose importanti», e questo nonostante l’azienda abbia venduto la sua divisione Enteprise un mese fa.
In realtà, la vendita era il preludio all’accordo annunciato in seguito con Accenture per realizzare un business di consulenza e integrazione condiviso dalle due società. Oltre al bisogno di rifocalizzazione e cambiare il modello di “go-to-market” da parte di Alcatel-Lucent, c’è anche il cambiamento di strategia di Accenture, sempre meno consulente indipendente dalle tecnologie e dai vendor ma che ha invece deciso di scegliere ed essere legato a particolari tecnologie e vendor per differenziarsi sul mercato della consulenza.
Tra parentesi, secondo quanto ha riferito a Cor.Com Robert Sell di Accenture, ad avvicinare le due aziende è stata Vodafone Italia, che ha richiesto specificamente la collaborazione delle due aziende sul progetto “Remote management platform” il quale a sua volta ha creato un legame tra Alcatel-Lucent e Accenture “sul campo italiano”, successivamente cresciuto oltre i confini nazionali e arrivato a creare le condizioni per l’alleanza.
Ma le ambizioni a Parigi non sono solo queste. Combes sostiene che, nonostante siano a metà strada nel piano di ristrutturazione e ripartenza dell’azienda, «siamo in anticipo rispetto ai piani».
L’azienda ha presentato in queste ore una serie di nuovi prodotti e tecnologie seguendo il principio di “crescere dove vale, innovare dove conta”: la divisione Nuage ha lanciato i Virtualized Networks Services (VNS) per la Wan delle grandi aziendale, che sono una estensione della Virtualized Services Platform (VSP) per datacenter e servizi cloud. Inoltre Acaltel-Lucent ha presentato anche soluzioni di virtualizzazione dei router della rete aziendale: passare da hardware dedicati a servizi software su architettura x86 per i Network Functions Virtualization (NFV) all’interno della suite di applicazioni Virtualized Service Router (VSR).
Una mossa che dimostra la voglia di innovare e “rompere” i mercati da parte di Combes: secondo le stime dell’analista Dell’Oro, la base software di queste soluzioni viene dal business dei router hardware dell’azienda, che raccoglie poco meno di 500 milioni di dollari nel secondo trimestre. Il rischio di cannibalizzazione, nella filosofia di Combes, è secondario rispetto all’opportunità di innovazione, come ha dimostrato già nei mesi scorsi inseguendo il business delle micro cell per la telefonia mobile, che rischiavano di cannibalizzare le vendite dei sistemi tradizionali e che adesso invece è uno dei principali driver di crescita delle attività dell’azienda.