Laboratorio per la ricerca e sviluppo, centro operativo di controllo per i network dei clienti e ufficio tecnico di supporto per le reti ad alte prestazioni. Tutto questo e molto altro è la nuova sede di Alcatel-Lucent di Vimercate (MI). Una sede che, nonostante la cura dimagrante a cui si è sottoposta anche in Italia la multinazionale, rappresenta la reificazione di un’offerta calibrata sulle nuove esigenze del mercato globale dell’ICT. Il CorCom ha avuto la possibilità di visitare la struttura da 60 milioni di euro inaugurata lo scorso novembre ora che è a pieno regime (circa mille risorse, di cui 130 occupate nei laboratori, 7 mila metri quadri su un’area complessiva di 33 mila metri quadri), entrando nel cuore di un’organizzazione che studia e crea il presente – ma soprattutto il futuro – delle Tlc: dalle celle a microonde per i ponti radio ad alte prestazioni dedicati al mobile fino alle dorsali (terrestri e sottomarine, quando non transoceaniche) in fibra ottica che tengono on line i cinque continenti, passando per l’hardware e il software di controllo e per la security, l’infrastruttura e la virtualizzazione del mondo cloud, il parco tecnologico è una inesauribile fucina di idee. Proprio in questi giorni Alcatel-Lucent ha presentato i nuovi sistemi Pss (Photonic Service Switch) 1830 PSS-4, 1830 PSS-8 e 1830 PSS-16, che ampliano il portafoglio di soluzioni metro ottimizzato per il cloud con la possibilità di effettuare uno switching distribuito e la capacità di scalare progressivamente le reti in chiave ‘pay as you grow’ per gli operatori.
“Esistono due tipi di innovazione, quella lineare e quella che procede per balzi, attraverso l’osservazione di settori diversi da quelli in cui si opera. Qui in Alcatel-Lucent le adottiamo entrambe”, spiega Alberto Lotti, responsabile Marketing per l’area Emea “Per questo da una parte concentriamo gli sforzi di tecnici e ricercatori nello sviluppo delle tecnologie su cui sono specializzati, dall’altra cerchiamo di rispondere a problemi nuovi di nuovi mercati con la logica della startup”. Lotti allude in particolare a Nuage Networks, di fatto un realtà esterna ad Alcatel-Lucent, anche se controllata al 100% dalla multinazionale. La venture è focalizzata su applicativi per la virtualizzazione spinta di data center e piattaforme informatiche a livello enterprise e soluzioni per l’integrazione trasparente dei network, ed è recentemente diventata fornitore di China Telecom per quanto riguarda la tecnologia Sdn in ambito cloud. “Il tema della sicurezza in un network esteso come quello che contraddistingue il più grande operatore mondiale è assolutamente centrale, ma non basta prevenire”, commenta Lotti. “Dobbiamo pensare anche a questioni che i cyber criminali non hanno ancora preso in considerazione, come la possibilità di attaccare le reti in fibra, spiandone i contenuti, sfruttando l’1% della luce dissipata dai cavi ottici”.
Passando a quello che forse è il portfolio più completo di Alcatel-Lucent, le soluzioni per il wireless spaziano dagli apparati long haul a quelli specifici per gli spazi urbani fino alle microcelle per l’indoor e l’outdoor. Dalla ricerca e sviluppo, fino ai test su reti simulate all’interno dei laboratori, l’hardware viene messo a punto per garantire prestazioni e affidabilità anche in condizioni estreme, dovendo servire le trasmissioni di carrier in condizioni meteorologiche spesso proibitive, sulla cima di montagne o in pieno deserto o ancora propagando le micro onde per centinaia di chilometri sul mare. “Siamo sempre a contatto con i nostri prodotti, correggendone gli obiettivi e implementandone le caratteristiche”, dice Morena Ferrario, Worldwide R&D Microwave Program manager e responsabile del centro R&D Wireless Transmission di Alcatel-Lucent Italia. “In un certo senso, siamo i primi clienti di quello che facciamo”. E i ricercatori di Vimercate vivono davvero a stretto contatto con le proprie creazioni: la nuova sede permette di accedere a decine di reti simulate, ricreate e installate all’interno di un ambiente dedicato che gli operatori chiamano familiarmente ‘acquario’. Dopo essere state torchiate sotto ogni aspetto, le soluzioni sono pronte per affrontare l’uso reale, dalla Siberia al Marocco, senza necessità di ulteriori sessioni di test sul campo.
Alcatel-Lucent sviluppa in casa anche i microprocessori che gestiscono le centrali di trasmissione, oltre ai software di controllo che si fanno carico di analizzare i network dei clienti per individuare potenziali criticità e ipotizzare reindirizzamenti del traffico dati in caso di guasti. Il gestionale in questione si chiama Ept (Engineering planning tool) e permette ai clienti del gruppo (o, su richiesta, agli stessi operatori di Alcatel-Lucent) di controllare le prestazioni delle infrastrutture anche grazie al 1350 OMS (Optical management system), software sviluppato in Italia.
Nicola Filosa, direttore del Technical Excellence Center IP and Transport, dirige invece gli uffici preposti a fornire il supporto tecnico per rispondere ai disservizi dei clienti a livello worldwide. “La nostra organizzazione agisce su un secondo livello di intervento. Il primo è gestito dal Tecnical Assistance Center, che funziona a livello regionale o locale, mentre noi siamo organizzati per tecnologie. Qui a Vimercate ci occupiamo prevalentemente di Wdm ed Ethernet. Lavorando su soluzioni così avanzate e in continua evoluzione, dobbiamo essere a stretto contatto con i reparti di R&D. I carrier stanno adottando le soluzioni WDM con una certa gradualità. La sensazione è che soprattutto gli operatori di dimensioni maggiori abbiano difficoltà a fare pesanti investimenti per aggiornare le reti più estese e imparare a gestire anche la parte analogica. Senza poi contare che devono fare i conti con i propri protocolli legacy, visto che la componente software diventa sempre più rilevante. Ma si tratta di una trasformazione inesorabile, e noi siamo pronti a sostenerla”.
Filosa ha poi mostrato ai giornalisti in visita la sala in cui vengono monitorate alcune delle reti sottomarine dei network dei clienti, con i collegamenti che uniscono nel Mediterraneo la Sicilia alla Sardegna chiudendo un anello che collega le reti delle Isole al Continente. “Si tratta di soluzioni che non hanno bisogno di ripetitori, ma di semplici booster del segnale. Guasti e cavi tagliati sono in ogni caso all’ordine del giorno, ed è per questo che Alcatel-Lucent dispone anche di una flotta preposte al deployment dei cavi e agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, anche a livello transoceanico. Al momento abbiamo una mezza dozzina di vascelli”. Ma quelli non è stato possibile vederli.