L'OPERAZIONE

Alibaba, countdown verso la quotazione a Hong Kong. Proteste permettendo

Il colosso dell’e-commerce pronto per il “secondary listing” dopo quello di New York. Ma l’Ipo vale “solo” 13,4 miliardi di dollari, al ribasso dai 15 stimati inizialmente

Pubblicato il 13 Nov 2019

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Alibaba ci riprova: secondo indiscrezioni di Reuters, il gruppo cinese ha fissato a domani la quotazione sulla Borsa di Hong Kong, sempreché il clima di incertezza generato dalle proteste in corso nella piazza finanziaria asiatica non blocchino ancora una volta l’Ipo del colosso dell’e-commerce. Secondo Cnbc.com la quotazione si terrà entro la fine di novembre.

Alibaba ha messo in agenda una quotazione secondaria a Hong Kong (è già quotata a New York) che la avvicina agli investitori cinesi e le permette di raccogliere capitali per sostenere la crescita internazionale bilanciando il rallentamento sul mercato domestico. L’Ipo, prevista per agosto, è tuttavia stata rinviata dopo le forti perdite subite dalla Borsa di Hong Kong per effetto delle manifestazioni pro democrazia (ancora in corso), che hanno esacerbato le incertezze già create dalla trade war Usa-Cina. Le aziende quotate a Hong Kong hanno bruciato, complessivamente, 152 miliardi di dollari di valore da giugno a settembre.

Alibaba ha comunque ridimensionato il valore dell’operazione, oggi stimato a 13,4 miliardi di dollari, secondo Reuters, e non più 15 miliardi come indicato in precedenza. L’operazione resta il più grande secondary listing cross-border di sempre.

I dettagli dell’Ipo

Nell’Ipo di Hong Kong Alibaba intende vendere fino a 500 milioni di nuove azioni ordinarie; prevede anche un’opzione “greenshoe”, ovvero la possibilità di vendere 75 milioni di azioni in più del previsto, arrivando al valore di 13,4 miliardi di dollari. Un’operazione di queste proporzioni diluirebbe gli azionisti esistenti del 2,8%; gli investitori avrebbero la possibilità di scambiare azioni tra le due piazze – New York e Hong Kong – su cui Alibaba sarà quotata.

L’Ipo di Alibaba a New York è stata la più grande di sempre, con un valore di 25 miliardi di dollari (ma la prossima quotazione del colosso petrolifero saudita Aramco potrebbe rompere il record di Alibaba, visto che il valore atteso arriva fino a 40 miliardi di dollari).

L’azienda di Hangzhou ha chiarito che la New York Stock Exchange resta la sua piazza primaria. Le azioni scambiate sulla Borsa americana si sono apprezzate del 36% quest’anno.

Nuovo stimolo alla crescita

L’azienda cinese continua a macinare risultati positivi con lo shopping online e i servizi di cloud computing, ma il rallentamento dell’economia cinese e le generali incertezze geopolitiche spingono Alibaba ad allargare il business all’estero. Il top management non ha svelato come intende usare i capitali della quotazione secondaria, ma per gli analisti Alibaba cercherà di espandere la base utenti oltre il core market della Cina e delle grandi città per conquistare paesi emergenti e centri più piccoli.

L’azienda ha appena chiuso il Singles Day con vendite record: 38,4 miliardi di dollari totali di fatturato per il più grande “blitz” di shopping online che si consuma nell’arco delle 24 ore. Ma il tasso di crescita dell’evento – considerato una cartina di tornasole – è sceso al 26%, il ritmo più basso dal primo Singles Day del 2009.

Alibaba continua a macinare grandi numeri (come dimostra anche l’ultima trimestrale), ma vuole pensare in anticipo alla sua strategia di crescita per far fronte alle incertezze nella seconda economia mondiale e alla concorrenza di rivali sul mercato domestico come Pinduoduo, che rischiano di mettere sotto stress il dominio di lunga data di Alibaba sul retail online.

Nuovi capitali danno al gruppo cinese anche più strumenti per fronteggiare i grandi rivali del mercato internazionale, a partire della statunitense Amazon, sua diretta concorrente sia nel business dell’e-commerce che del cloud. A settembre Alibaba ha presentato Hanguang 800, il suo primo chip proprietario che supporterà algoritmi di intelligenza artificiale e darà lo sprint alla sua attività di fornitore di servizi sulla nuvola, la sua divisione a più alto tasso di crescita.

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