“Vogliamo diventare più grandi di Walmart”. Un desiderio ma anche una possibilità quella espressa da Jonathan Lu, executive di Alibaba, che ha avanzato l’ipotesi che entro il 2016 il sito di e-commerce cinese possa superare il colosso americano per volume di transazioni. Secondo Lu, fra due anni il volume delle transazioni di Alibaba sarà di circa 490 miliardi di dollari.
Un annuncio che arriva a pochi giorni dall’exploit in Borsa dell’azienda cinese, che al momento dell’apertura degli scambi all’esordio in Borsa ha fatto registrare un valore complessivo di 200 miliardi di dollari, una cifra superiore a quella di alcune delle banche che l’hanno aiutata a quotarsi, inclusa JPMorgan. I titoli dell’azienda cinese, riporta la Cnbc, avevano aperto infatti a 92,20 dollari, al di sopra dei 68 dollari fissati nell’initial public offering, con un aumento di circa il 37%. Il prezzo indicativo di apertura era stato rivisto più volte al rialzo, dalla cifra iniziale a 80-83 dollari fino a 92-93 dollari. ”Sono onorato ed emozionato per l’Initial public offering”, la quotazione della società a Wall Street. Lo afferma il presidente esecutivo di Alibaba, Jack Ma, in un’intervista alla Cnbc. ”La prima cosa per noi sono i consumatori, se loro sono contenti lo saranno anche gli azionisti. La mia preoccupazione è rendere i clienti contenti”.
Il colosso cinese dell’e-commerce aveva fissato a 68 dollari il prezzo delle sue azioni, una cifra con la quale è valutata 167,7 miliardi di dollari, ovvero più di eBay, Twitter e LinkedIn insieme. Con l’ipo Alibaba raccoglie 21,77 miliardi di dollari, divenendo la maggiore ipo della storia americana. Includendo il possibile esercizio delle opzioni, la raccolta sale a 25 miliardi di dollari, con i quali Alibaba è la maggiore ipo della storia mondiale. Una cifra con la quale offusca infatti il precedente primato di 22,1 miliardi di dollari detenuto dall’altra cinese Agricultural Bank of China.
L’Amazon o l’eBay dell’Est, così come viene definita Alibaba, è un ‘bazaar’ gigante che ha numeri che vanno al di la’ dei due colossi americani. Nel 2013 ha realizzato vendite per 248 miliardi di dollari, piu’ di Amazon e eBay insieme. Il ‘bazaar’ cinese si descrive come un gruppo che ”combatte per i più piccoli”, in riferimento alle piccole e medie imprese che punta ad aiutare. E la sua quotazione a Wall Street appare una sfida anche per il sistema normativo americano. Alibaba, infatti, ha una struttura societaria complessa, basata sulla ‘partnership’, e in base alla normativa cinese gli investitori stranieri non possono controllare direttamente asset strategici del Paese. Da qui il ricorso a una struttura conosciuta come ‘entita’ a interesse variabile’. Chi acquisterà azioni Alibaba non acquisterà di fatto una piccola quota della società, ma le azioni di un’entità registrata alle Cayman che per contratto riceve profitti da Alibaba e dai suoi asset ma che non li controlla.