Alibaba ha annunciato una riorganizzazione della sua attività di e-commerce e la nomina di un nuovo chief financial officer. L’azienda fondata da Jack Ma risponde così alla pressione di un mercato sempre più competitivo e alla stretta regolatoria di Pechino.
Alibaba creerà un gruppo chiamato International Digital Commerce per gestire l’attività di shopping online sui mercati internazionali, mentre un secondo team nominato China Digital Commerce si occuperà dell’attività in Cina, come si legge sul blog ufficiale dell’azienda, Alizila. I gruppi saranno diretti, rispettivamente, dai top manager Jiang Fan e Trudy Dai.
Quanto alla direzione finanziaria, Toby Xu prenderà il posto dell’attuale Cfo Maggie Wu dal 1 aprile 2022. Xu lavora in Alibaba da tre anni e proviene da PricewaterhouseCoopers; da luglio 2019 è il vice di Maggie Wu. La Wu, Cfo di Alibaba dal 2013, resterà in azienda come direttore esecutivo nel Cda.
Le novità annunciate da Alibaba – la maggiore riorganizzazione dalla quotazione Usa nel 2014 – non convincono per ora i mercati: l’azienda di Hangzhou cede oltre il 5%.
La riorganizzazione delle attività e-commerce
Jiang, ora direttore dell’e-commerce internazionale di Alibaba, è stato a capo di Taobao e Tmall, i siti di e-commerce di Alibaba in Cina. Dai, ora a capo dell’e-commerce cinese di Alibaba, è stato finora chief customer officer dell’azienda.
La divisione internazionale include le attività all’ingrosso rivolte ai consumatori esteri, tra cui AliExpress, Alibaba.com e Lazada. Le attività nazionali (Taobao e Tmall) passano invece sotto la guida di Trudy Dai, che fa parte del gruppo dei fondatori di Alibaba.
Accorpare i vari siti nelle nuove due divisioni darà al gruppo più agilità e permetterà di accelerare la crescita, ha dichiarato l’azienda. Lo scorso mese Alibaba ha tagliato l’outlook per l’anno intero e ora si aspetta che il 2021 si chiuda con il tasso di crescita più basso dal 2014.
Anche la nomina del nuovo Cfo serve a migliorare il posizionamento dell’azienda nel futuro, come ha indicato il presidente e eco Daniel Zhang. “Siamo focalizzati sul lungo periodo”, ha affermato il numero uno di Alibaba.
La Cfo uscente Wu resterà in azienda anche come membro della Alibaba Partnership, un gruppo di top executive che hanno il diritto di nominare la maggioranza dei consiglieri nel Cda.
La “crisi” di Alibaba: il gigante dell’e-commerce ora punta sul cloud
Anche l’ultima trimestrale di Alibaba, presentata ad agosto, ha riportato per il primo trimestre fiscale 2021 ricavi inferiori a quanto previsto dagli analisti: 180,24 miliardi di yuan per l’attività core del commercio elettronico (+35% anno su anno), ma le stime puntavano su 184,23 miliardi. Inoltre, l’andamento su base trimestrale ha evidenziato una crescita dimezzata: nel quarto trimestre 2020 i ricavi avevano compiuto un balzo di oltre il 70%. Le revenue totali di Alibaba sono cresciute del 34% a 205,74 miliardi di yuan (31,83 miliardi di dollari), anche qui sotto le previsioni degli analisti. I ricavi della divisione cloud computing sono cresciuti del 29% anno su anno e sono pari a 16,05 miliardi di yuan (2,49 miliardi di dollari).
A colpire le prestazioni di Alibaba nell’e-commerce è innanzitutto la concorrenza nell’attività dello shopping online, ma pesa anche la stretta dei regolatori cinesi Antitrust.
Il colosso fondato da Jack Ma è stato preso di mira innanzitutto per l’attività fintech, svolta tramite la controllata Ant group. Pechino ha iniziato ordinando lo stop dell’Ipo, un’operazione da 37 miliardi di dollari. È poi arrivato l’ordine di procedere con lo spin-off delle attività finanziarie back end di Ant group condotte con i marchi Huabei (simile a una carta di credito) e Jiebei (prestiti non assicurati). Infine il regolatore ha chiesto una netta divisione tra le attività di pagamento e quelle di lending con la creazione di una app separata per Huabei e Jiebei.
Ad Alibaba è stata inoltre inferta una maxi-multa di 2,33 miliardi di dollari per violazioni delle regole sulla concorrenza nel mercato dell’e-commerce.
L’azienda sta ora puntando sulle attività nel cloud computing e nella produzione di chip per rilanciare il business e ottenere una tregua da Pechino, visto che cloud e chip sono un pilastro delle politiche cinesi volte a consolidare il suo dominio tecnologico.