Alibaba raccoglierà almeno 5 miliardi di dollari (4,05 miliardi di euro) questo mese attraverso un’emissione di obbligazioni. Ma l’operazione potrebbe consentire di raccogliere alla società fondata da Jack Ma fino a 8 miliardi di dollari in caso di risposta favorevole da parte degli investitori.
L’emissione, denominata in dollari, metterà alla prova l’appetito degli investitori per il colosso cinese dell’e-commerce, la cui controllata di servizi finanziari Ant Group è sotto indagine da parte delle autorità cinesi per presunte pratiche di monopolio.
Alibaba è al centro della scena in questi giorni anche a causa della prolungata assenza dalla vita pubblica del suo fondatore, Jack Ma. Quest’ultimo non è apparso in pubblico da un forum tenutosi a fine ottobre a Shanghai, durante il quale ha criticato la regolamentazione finanziaria cinese, che ha portato alla sospensione della tanto attesa IPO di Ant Group.
Alibaba si mette alla prova
La prevista emissione obbligazionaria, i cui contorni non sono ancora stati definiti, potrebbe consentire di raccogliere fino a 8 miliardi di dollari in caso di risposta favorevole da parte degli investitori, secondo una delle fonti. “Data la situazione attuale, Alibaba dovrà offrire un premio agli investitori ma, a lungo termine, è ancora una società in cui vale la pena investire“, ha aggiunto una fonte.
Anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha aumentato le tensioni, passando a vietare le transazioni con otto applicazioni software cinesi, inclusa l’app di pagamento mobile Alipay di Ant Group.
Le autorità di regolamentazione cinesi stanno anche esaminando gli investimenti azionari di Ant in dozzine di società e valutano se incaricare l’azienda di cedere alcuni di questi investimenti, secondo Reuters.
Il crollo in Borsa di dicembre
A dicembre Alibaba ha registrato un crollo in Borsa sotto il peso dell’indagine antitrust cinese: le azioni hanno perso il 9% del valore negli scambi di stamattina sulla piazza di Hong Kong, con una corsa alla vendita che ha bruciato 116 miliardi di dollari di capitalizzazione.
La stretta delle autorità di Pechino, che ha marcato un netto dietro-front rispetto alle precedenti politiche di sostegno dei colossi tecnologici nazionali, ha creato grande preoccupazione tra gli investitori. Nemmeno l’ampliamento del programma di riacquisto di azioni proprie in due anni, portato da 6 a 10 miliardi di dollari, ha alleviato i timori degli azionisti.
L’indagine antitrust aperta giovedì scorso contro l’impero finanziario e commerciale del colosso fondato da Jack Ma continua a minare la fiducia del mercato, già perplesso dopo la multa da 500.000 di yuan comminata ad Alibaba per non aver chiesto l’approvazione preventiva per le acquisizioni passate. La multa fa parte delle misure adottate in vista della nuova regolamentazione antitrust della Cina. Una sanzione uguale ha colpito Tencent, che controlla tra l’altro la app di messaggistica e pagamenti digitali WeChat.