Alibaba ha più che dimezzato in quattro mesi i suoi investimenti in startup: il cambio di marcia ha coinciso con il blocco della quotazione del suo ramo fintech, Ant Group, imposto a novembre dal governo della Cina. I regolatori di Pechino, che hanno avviato un’indagine sul colosso fondato da Jack Ma per presunto monopolio di mercato, stanno passando al vaglio l’operazione di Borsa perché Ant è sia una piattaforma tecnologica sia un fornitore di servizi finanziari e, come tale, potrebbe ricadere nelle stesse regole che vigono per le banche.
I dati della società cinese ITjuzi riportati da Nikkei Asia indicano che Alibaba ha investito circa 2,7 miliardi di dollari in startup dall’inizio di novembre alla fine di febbraio, contro i circa 6 miliardi investiti nello stesso periodo di un anno fa. I dati includono le acquisizioni sia di Alibaba che di Ant e investimenti in società quotate.
Alibaba nel mirino dei regolatori
Per gli analisti finanziari asiatici il crollo degli investimenti del gruppo Alibaba in startup è la diretta risposta al giro di vite del governo del presidente Xi Jinping. Pechino ha accusato Alibaba di violazioni antitrust e monopolio del mercato finanziario. Alcuni osservatori affermano che la “superpotenza economica di Alibaba”, che ha dominato il settore online cinese anche assorbendo startup promettenti, sia giunta a un momento spartiacque della sua storia.
La Cina non vuole ridurre o rallentare la sua capacità di innovare e per questo ha cambiato atteggiamento: se negli anni scorsi il governo ha ampiamente sostenuto la crescita di Alibaba e degli altri campioni digitali cinesi, ora li vede come un ostacolo all’emergere delle startup e all’evoluzione tecnologica disruptive.
Dall’autunno dello scorso anno, l’amministrazione Xi ha messo le attività e le strategie di Alibaba (e di Jack Ma) sotto la lente di ingrandimento. Ha proposto linee guida che limitano i domini di mercato e la raccolta di dati personali da parte delle Internet companies e norme che controllano i prestiti “via smartphone” offerti da Ant. L’intero mercato finanziario online è oggetto di una riforma.
A dicembre Pechino ha multato Alibaba citando violazioni delle leggi sulla concorrenza e il pricing. Ha poi aperto un’inchiesta su Alibaba e Ant e interrogato i suoi dirigenti.
Jack Ma si mantiene “low profile”
Da allora Yunfeng Capital, il fondo di investimento in cui Jack Ma detiene una quota di circa il 40%, ha agito sotto traccia. Al momento, riporta Nikkei Asia, il fondo sta investendo in una startup della tecnologia della guida autonoma, ma non ha indicato quale né riferito ulteriori dettagli, nel tentativo di mantenere il più possibile “inosservate” le sue operazioni. Una vera inversione di marcia: in precedenza Yunfeng Capital ha sempre aggressivamente pubblicizzato la sua macchina da investimento.
Lo stesso Ma ha tenuto negli ultimi mesi un basso profilo, riapparendo in pubblico solo per rassicurare gli azionisti di Alibaba.
Ne approfitta la rivale Tencent
Non è solo il governo a mettere il freno al dominio di Alibaba. In Cina il mondo delle startup sta cambiando. Dopo la pandemia, i contanti sono tornati a fluire sul mercato e le imprese innovative ne stanno beneficiando. Secondo i dati del portale cinese di notizie tecnologiche 36Kr, nel 2020 le startup in Cina hanno raccolto il 40% di capitali in più rispetto al 2019. Le opportunità non mancano e alcune startup si tengono lontane da Alibaba, a tutto vantaggio della sua rivale Tencent Holdings, l’altro colosso tecnologico cinese, proprietario della popolarissima app WeChat (anche questa sotto la lente di Pechino, ma finora meno bersagliata di Alibaba).
Gli investimenti totali di Tencent sono stati pari a 12 miliardi di dollari lo scorso anno, superando, per la prima volta dal 2013, quelli effettuati da Alibaba (meno di 10 miliardi). E mentre Alibaba ha siglato meno di 10 accordi di investimento dall’inizio del 2021, Tencent già vola sopra quota 70.