Allarme cyber guerra fredda. Infrastrutture a rischio

Rischi maggiori per il settore privato in caso di attacchi informatici alle infrastrutture critiche dei Paesi secondo il rapporto di una web security company

Pubblicato il 01 Dic 2009

Arsenali cibernetici sempre più perfezionati nelle mani di Cina,
Stati Uniti, Israele, Francia, Russia, mentre le infrastrutture
critiche dei vari Paesi mostrano progressivamente la corda
prestando il fianco ad attacchi in grado di danneggiare velocemente
reti elettriche, trasporti, telecomunicazioni, finanza, forniture
idriche. E’ il quadro a tinte fosche dipinto da uno studio –
commissionato da McAfee – che porta la firma di esperti mondiali in
relazioni internazionali (fra gli altri, Jamie Saunders consulente
dell’Ambasciata britannica a Washington Dc), primo fra tutti
l’ex consigliere della Casa Bianca Paul Kurtz.

La corsa all’armamento informatico, dice il rapporto, è passato
dalla finzione alla realtà. Siamo già in piena “guerra fredda
cibernetica”. Gli attacchi informatici a sfondo politico sono
aumentati e cinque nazioni – appunto Usa, Russia, Francia, Israele
e Cina – dispongono oggi di armi informatiche.

In particolare secondo il rapporto gli aggressori non solo stanno
creando le loro difese informatiche, ma anche il proprio arsenale
d’attacco cibernetico, volto a colpire infrastrutture. Nelle
nazioni più sviluppate, l’infrastruttura critica è collegata a
Internet e non dispone di funzioni di sicurezza appropriate,
lasciando tali installazioni vulnerabili ad eventuali attacchi.
Data la mancanza di protezione adeguata e solerzia, un attacco
rivolto a queste infrastrutture sarebbe dannoso e causerebbe
devastazioni maggiori rispetto a qualsiasi attacco precedente.

Il settore privato corre i rischi maggiori. Le infrastrutture
critiche sono infatti enti privati in molte nazioni sviluppate, il
che le rende un obiettivo immenso per il conflitto informatico. Ma
il settore privato, dice il rapporto, si affida eccessivamente al
governo per prevenire gli attacchi. Se da “fredda” la cyber
guerra diventa “calda”, governi, aziende e privati cittadini
potranno essere coinvolti nel fuoco incrociato. Senza un quadro
chiaro della strategia di protezione informatica da parte del
governo, il settore privato non è in grado di agire proattivamente
e adottare le precauzioni necessarie. Gli esperti richiedono un
dibattito pubblico sulla guerra informatica, facendola uscire
dall’ombra.

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