La Commissione europea sottolinea spesso che, nella strada verso la realizzazione del Mercato unico digitale, costruire un clima di fiducia tra consumatori e imprese nei confronti del mondo di Internet è fondamentale. Ma un sondaggio commissionato dal Centre for International Governance Innovation (CIGI) e condotto da Ipsos in 24 paesi del mondo (Italia compresa) rivela oggi che la fiducia dei consumatori verso Internet non solo non aumenta, ma è addirittura in calo perché le persone sono sempre più preoccupate della loro privacy e sicurezza online, specialmente quando i loro dati personali finiscono nelle mani di grandi aziende private e enti governativi.
La grande maggioranza di chi ha risposto (l’83%) al sondaggio “2016 CIGI–Ipsos Global Survey on Internet Security and Trust”, rilasciato oggi in occasione della Conference on Trade & Development E-Commerce Week delle Nazioni Unite a Ginevra, pensa che ci sia bisogno di nuove regole per definire come aziende, governi e altri enti usano i dati personali. L’85% degli intervistati pensa che i loro governi dovrebbero lavorare più a stretto a contatto con altri governi e le organizzazioni per rendere Internet più sicuro e protetto.
In particolare, sul tema della privacy online, il 57% del campione si dice più preoccupato di quanto lo fosse un anno fa e solo il 38% afferma di essere tranquillo che le proprie attività su Internet non siano monitorate. Meno della metà del campione (il 46%) si fida di non essere oggetto di censura mentre svolge attività online.
“La centralità della fiducia, o trust, nel plasmare l’atteggiamento dei cittadini di tutto il mondo nei confronti della sicurezza su Internet è forse il risultato più importante di questo sondaggio”, ha sottolineato Fen Hampson, direttore del Global Security & Politics Program del CIGI e co-direttore della Global Commission on Internet Governance. “Gli utenti di Internet esprimono una chiara mancanza di fiducia nell’attuale quadro di regole e, elemento ancor più importante, negli attori preposti a controllare la condivisione e l’uso dei dati personali online. I cittadini di tutto il mondo concordano sul fatto che Internet riguarda tutti: non un solo ente o una sola istituzione è sollevato dalla responsibilità di garantirne la sicurezza e tutti hanno uguale dovere di lavorare verso una efficace governance”.
“Proteggere la privacy degli utenti di Internet è una delle grandi sfide regolatorie di oggi”, ha confermato Torbjörn Fredriksson, che guida il lavoro dell’Unctad su e-commerce e sviluppo. “I risultati del sondaggio sottolineano l’importanza del dialogo multi-stakeholder per creare maggiore fiducia nelle transazioni online”.
Il sondaggio ha fatto emergere con chiarezza la scarsa fiducia dei cittadini nei loro governi in quanto a capacità di tenere al sicuro i loro dati personali: solo il 30% pensa che il proprio governo stia facendo abbastanza per proteggere le proprie informazioni personali dalle aziende private. Al tempo stesso, solo il 31% pensa che le aziende private facciano abbastanza per tenere i loro dati al sicuro dai governi.
Questo calo di fiducia si traduce in un atteggiamento più cauto: l’83% degli intervistati dice di aver modificato il proprio comportamento online per controllare quante informazioni personali mette su Internet. Si va da piccoli cambiamenti come evitare di aprire email di mittenti sconosciuti (55%) a modifiche più sostanziali come una riduzione delle transazioni finanziarie (23%) o addirittura un utilizzo meno frequente di Internet (11%).
“Le regole, gli attori e i modelli della governance sull’uso dei dati personali online deve cambiare”, ha sottolineato Darrell Bricker, Ceo di Ipsos Global Affairs. “In tutto il mondo le persone percepiscono un disagio e sono preoccupate perché non esistono regole chiare sulle responsabilità dei governi nazionali o delle aziende private sull’utilizzo e la condivisione dei dati personali online. Le persone vorrebbero vedere questi attori cooperare per trovare modi veramente innovativi per la governance di Internet.”