È un piano di ristrutturazione importante quello che attende BT. La società ha annunciato il taglio di 4.000 posti di lavoro principalmente nella divisione Global services. Un’operazione che servirà non solo a rimettere a posti i conti – l’allarme profitti è ai massimi livelli –ma anche a rimettere ordine in particolare a seguito dello scandalo che ha interessato la filiale italiana. “
“Questo è stato un anno sfidante per BT – sottolinea il chief Executive Gavin Patterson -. Abbiamo affrontato venti contrari nel settore pubblico in Gran Bretagna e nei mercati corporate internazionali e dobbiamo imparare da quello che abbiamo trovato nel business in Italia”. Il caso Italia peraltro peserà anche sulle tasche di Patterson e dell’ex Group Finance Director Tony Chanmugam che non riceveranno il bonus per l’anno fiscale 2016-17. Il dividendo è di 10,55 pence per azione, in salita del 10%, ma la crescita della cedola nel 2017-18 sarà inferiore al 10% annunciato in precedenza, fa sapere l’azienda.
L’annuncio del maxi-piano di ristrutturazione è arrivato contestualmente alla presentazione dei conti del quarto trimestre fiscale, archiviato con ricavi a 6,12 miliardi di sterline, in salita del 10%, e utili adjusted di 2,07 miliardi di sterline, in aumento del 2% e in linea con le attese. La revisione di Global services, avrà un costo di circa 300 milioni di sterline – rende noto l’azienda – e avrà l’obiettivo di migliorare la performance finanziaria e il valore a lungo termine nei confronti di BT.
In dettaglio, il taglio ai posti di lavoro riguarderà oltre a Global Services anche alcuni funzioni di Gruppo e la struttura comune alle business unit di TSO (Technology, Services & Operations) nell’ottica della massima semplificazione dei business, rende noto la società che al momento non ha specificato quali Paesi saranno interessati dalla manovra (BT è operativa in 180 Paesi in tutto il mondo e impiega circa 102.500 dipendenti). Nell’ambito del piano arriva anche la nomina di Bas Burger a nuovo Ceo di Global Services dal 1° giugno.
“Abbiamo intrapreso una revisione strategica di Global Services – aggiunge Patterson – I trend tecnologici fanno si che ora dipendiamo sempre meno dall’essere proprietari delle reti fisiche locali nel mondo, il che crea l’opportunità per Global Services di riorientarsi e focalizzarsi sul business digitale”