Utilizzare gli strumenti informatici per trasformare approcci educativi e processi d’istruzione, proponendo una formazione continua e inclusiva, rivolta a tutte le età e le realtà sociali. Il progetto “La Città Educante” mette al centro la tecnologia, e dopo la sottoscrizione di tutti i partner entra nel vivo. Si tratta di uno dei quattro progetti del Cluster “Smart Communities Tech” cofinanziato dal Miur, e coinvolge un gruppo di lavoro composto da due grandi aziende, AlmavivA (capofila) e Rai, due università, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Università degli Studi di Trento, due centri di ricerca, Cnr e Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi e un’associazione temporanea d’impresa formata da 13 piccole e medie imprese (Blulink, Doxee, e-land, Green Team, Guglielmo, infoFactory, KLabs, Net Results, Netribe Group, OT Consulting, Pico, Sedoc Digital Group, Tiwi).
La ricerca si concluderà nel 2017, spiegano gli organizzatori, e ha lo scopo di ripensare radicalmente l’ambiente di apprendimento, attraverso l’applicazione delle più avanzate tecnologie informatiche. La Città Educante vuole proporre nuovi approcci educativi, arricchendo e innovando metodi e strumenti, superando i sistemi classici e il tradizionale ruolo degli educatori. Prevede una formazione continua nel tempo (long-life learning) e nello spazio (scuola, ambienti esterni, tempo libero).
“In un’ottica di reale democrazia della conoscenza – conclude il comunicato di Almaviva – l’innovazione proposta non riguarda esclusivamente la componente tecnologica, ma il modo in cui le tecnologie sono utilizzate in ambito educativo. L’obiettivo di La Città educante è di sviluppare e arricchire il percorso d’istruzione, rendendo possibili forme di apprendimento innovative, e ampliando allo stesso tempo il ruolo dei formatori”.