LA VERTENZA

Almaviva, fumata nera al Mise: no dei sindacati a riduzione salari

Nulla di fatto all’incontro sui 2500 tagli a Roma e Napoli. La Slc Cgil: “Spostare la discussione a Palazzo Chigi”. Puma (Fistel Cisl): “L’azienda convochi un tavolo di trattative”. Taglialatela (Uilcom): “Non si può scaricare la crisi solo sui lavoratori”

Pubblicato il 17 Nov 2016

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“Non c’è stato nessun passo in avanti da parte del Ministero per scongiurare i licenziamenti sulle due sedi”. Così la Slc Cgil commenta l’incontro che si è svolto ieri al Mise, durato circa due ore, sui licenziamenti annunciati da Almaviva Contact per le sedi di Napoli e Roma. Confermate le chiusure dei centri di Napoli e Roma e non ritirati i licenziamenti a pochi giorni dalla chiusura della fase sindacale della procedura di mobilità.

“La Slc Cgil Napoli e Campania – si legge in una nota del sindacato – che ha ribadito in questi giorni che l’unico elemento di sblocco della trattativa può essere il superamento del diktat sui licenziamenti, ritiene irresponsabile che in questa vertenza tutto resti fermo facendo cadere sui Lavoratori solo proposte di ulteriore riduzione del salario e il superamento del riconoscimento dei loro diritti”. “Riteniamo che sia giunto il momento che questa vertenza passi dal tavolo del Mise a un’azione chiara da parte della Presidenza del Consiglio – conclude la nota della Slc Cgil – a tutela dei lavoratori delle sedi di Napoli e Roma”.

Intanto Almaviva Contact ha comunicato in una nota ai sindacati il ricorso al fondo di integrazione salariale per 13 settimane a partire dal 12 dicembre per 3.164 lavoratori del call center di Palermo, che sono in solidarietà fino al 30 novembre. Nella nota aziendale il colosso dei call center scrive che il ricorso all’ammortizzatore sociale è finalizzato “a realizzare le necessarie azioni di efficientamento del sito”.

“Tali dipendenti – scrive Almaviva Contact – nel periodo suindicato saranno sospesi dal lavoro fino a una riduzione media del lavoro non superiore al 45% (pari a un massimo di 468.933 ore) anche avuto riguarda al numero massimo di ore interessate a integrazione salariale. La durata massima complessiva non eccederà le 26 settimane”. “Chiediamo all’azienda di convocare a stretto giro un tavolo di trattative – dice Eliana Puma della Fistel Cisl – per avviare l’esame congiunto”.

Intanto, dopo l’accordo siglato nei giorni scorsi al ministero dello Sviluppo economico, che ha stoppato i trasferimenti da Palermo a Rende, sono già 300 i lavoratori di Almaviva Contact – lo riferisce la Fistel che hanno presentato il proprio curriculum ad Exprivia, la società che si è aggiudicata la commessa Enel, in scadenza a dicembre. Su 397 lavoratori, addetti alla commessa Enel, Exprivia si è fatta carico di assumerne 295.

“Abbiamo ribadito un principio per noi inderogabile, che non siamo disponibili a scaricare la crisi dell’azienda unicamente sulle spalle dei lavoratori – afferma Massimo Taglialatela della Uilcom Campania – Non possiamo pensare che le soluzioni dei problemi di Almaviva passi solo ed esclusivamente per un ulteriore impoverimento dei salari che già sono bassissimi. Vogliamo – conclude – che l’azienda si assuma la responsabilità nei confronti di queste persone e comprenda che chiudere Napoli e Roma equivale ad uscire definitivamente dal mercato dei call center in outsourcing”.

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