“Il rafforzamento dell’antitrust riguarda la tutela dei consumatori, l’innovazione e la libertà di scelta, non la protezione dei competitors. La mia responsabilità in questo caso è di assicurare che gli utenti di Internet abbiano a disposizione la possibilità di scegliere, in modo che possano decidere basandosi sulla qualità, e di preservare gli incentivi all’innovazione, così che gli utenti possano trarre benefici dalla nascita di nuovi e migliori servizi in futuro”.
Lo ha detto Joaquin Almunia, vice presidente della Commissione europea e commissario alla Concorrenza, durante il convegno sul caso Google-Antitrust che si è tenuto questa mattina al Parlamento europeo.
L’ultima offerta di Google di modificare il proprio motore di ricerca lascia intravedere la fine di una vicenda che per tre anni ha messo alla prova i vertici dell’antitrust comunitaria. La Commissione europea ha inoltrato a Google nuove richieste per dare una risposta definitiva alle preoccupazioni che il colosso di Mountain View stia bloccando i concorrenti, tra i quali Microsoft, nei risultati delle ricerche.
Il ricorso in atto sottopone Google al rischio di una maxi multa da 5 miliardi di dollari. Ad aprile i vertici di Google si sono difesi dalle accuse proponendo alla Commissione che avrebbero distinto i propri servizi dai prodotti concorrenti nei risultati delle ricerche, e che avrebbero fornito i link di almeno tre motori di ricerca concorrenti rendendo più semplice per gli inserzionisti il trasferimento delle proprie campagna nella ricerca anche su altre piattaforme.
“Google ha moltiplicato i propri sforzi – ha continuato Almunia – e abbiamo negoziato miglioramenti fino ieri. Ma quali sono i prossimi passi? Google si è impegnata a mettere a disposizione i dati, e allo stesso tempo lavoreremo insieme nelle prossime settimane per mettere a punto la versione finale del testo. Infine mi occuperò di raccogliere i feedback su quanto Google avrà sviluppato”.
“Se le nostre impressioni su questa nuova proposta di Google saranno soddisfacenti, una decisione finale potrebbe arrivare entro la primavera. Altrimenti, sarò costretto a precedere con una procedura basata sull’articolo sette del regolamento antitrust, che vorrà dire mandare una serie di obiezioni a Google nei prossimi mesi, alle quali Google avrà la possibilità di rispondere formalmente per iscritto e nel corso di un’audizione”.
Ma rispetto a questa prospettiva, lascia intendere il Commissario Antitrust, ci potrebbe essere una via migliore: “Accettare gli impegni di un’azienda rendendoli vincolanti dal punto di vista legale, come previsto dall’articolo 9 del regolamento antitrust, potrà essere utile per chiudere il caso in modo più concreto e veloce, con un impatto immediato sul mercato e per avere un’idea chiara di come si procederà per il futuro”.
“Sul caso Google – ha concluso Almunia – penso che la via dell’accordo rimanga la scelta migliore. E spero che le risposte alle nostre richieste lo confermeranno”.