L'INTERVISTA

Alternanza scuola lavoro, la sfida Almaviva contro il digital mismatch

Nei prossimi due anni nel mondo digitale ci saranno 270mila posti vacanti. Marina Irace, Direttore HR: “Per questo il Gruppo investe nel collegamento con il mondo dell’istruzione. Non solo per conoscere giovani talenti, ma soprattutto per creare un ponte tra formazione scolastica e professionale”

Pubblicato il 11 Dic 2018

scalingella

La Digital Transformation è un processo pervasivo che coinvolge trasversalmente ogni organizzazione pubblica e privata. Un’evoluzione incalzante che richiede nuove capacità e nuove figure professionali, un mix tra conoscenze tecnologiche e “soft skill” che permettano di supportare le diverse realtà nella gestione del cambiamento. La rivoluzione in atto interessa ormai tutti i settori e tutte le funzioni aziendali. Secondo i dati presentati di recente al Forum Wpp-Ambrosetti dedicato ai millennials, nei prossimi due anni nel mondo digitale ci saranno 270mila posti vacanti. La ragione principale sta nell’aumento del digital mismatch, ovvero nella distanza tra le conoscenze dei lavoratori e quelle ricercate dalle aziende.

Almaviva, Gruppo italiano in prima linea sulle frontiere dell’innovazione tecnologica, sviluppa la propria mission accompagnando le organizzazione pubbliche e private lungo il percorso vitale della digitalizzazione. “Per questo, l’autentico patrimonio di Almaviva sono le persone e le loro competenze” spiega Marina Irace, Direttore Risorse Umane del Gruppo Almaviva, “giovani talenti e professionisti esperti che mettono insieme idee, capacità e conoscenze per assicurare soluzioni avanzate e risultati di successo. In questa cornice si inserisce il nostro impegno nella progettualità di Alternanza Scuola Lavoro”.

Il mondo delle imprese ha fame di talenti digitali. L’alternanza scuola lavoro è un’esperienza utile a orientare nuove competenze?

Secondo uno studio del World Economic Forum il 65% dei bambini che oggi sono alle elementari farà un lavoro che non esiste ancora. Questo dato aiuta a spiegare perché, per una grande azienda come Almaviva, è così importante il collegamento con il mondo dell’istruzione. Non solo per conoscere giovani talenti, ma anche e soprattutto per creare un ponte tra formazione scolastica e formazione professionale. Con un digital mismatch così profondo, la visione delle grandi realtà d’impresa non può non comprendere un ruolo attivo e dialogo con chi ha la responsabilità della formazione. Un dialogo, fondato sull’interazione fra scuola, tessuto socio-economico del territorio e contesto aziendale, che può portare ad arricchire i percorsi scolastici con competenze spendibili nel mercato del lavoro, attrattive per le aziende.

C’è quindi anche un tema di recruiting?

C’è senza dubbio un tema di orientamento, di nuove competenze e anche di recruiting. L’obiettivo di questo ponte scuola-azienda è l’affermazione di una nuova modalità di apprendimento, che offra l’opportunità di far vivere e sperimentare ai giovani l’ambiente professionale e il mondo delle imprese, da un lato, e consenta, da un altro, lo sviluppo di competenze trasversali specifiche. E ancora, una vera e propria occasione di orientamento, utile ai ragazzi per contribuire a scegliere consapevolmente il giusto percorso universitario. In tema di recruiting, abbiamo sperimentato un modello che funziona: una preselezione sulla base degli interessi e della capacità di lavorare in gruppo, seguita da una strutturata attività sul campo. Tra coloro che hanno mostrato le maggiori motivazioni, al termine del corso di studi, il 10% ha trovato inserimento nella nostra azienda.

Come sono strutturati i progetti?

Dopo il coinvolgimento delle scuole di diversa tipologia – dagli istituti tecnici ai licei scientifici, fino al caso di un liceo classico – e di diverse aree territoriali, vengono individuati i partecipanti, secondo le soft skill che ho citato. Negli anni, Almaviva ha perfezionato un framework che inizia con la scelta del progetto, diretto ad un obiettivo condiviso dalla maggioranza del gruppo, all’interno del quale ogni componente è responsabile di un compito specifico, tassello essenziale del lavoro collettivo. La realizzazione progettuale va completata entro dieci giorni, durante i quali gli studenti vengono seguiti da un tutor dedicato, fino alla presentazione finale.

Quali progetti sono stati realizzati in questi anni e quali sono in previsione?

Project work su tecnologie di frontiera, quali l’IoT, la Realtà Virtuale e Aumentata. Nel corso della prima esperienza di Alternanza è stato ideato un social network interno per una scuola, che è tuttora in uso presso l’Istituto. L’anno successivo, un progetto di e-learning, fruibile anche tramite app, con webinar, lezioni da remoto, possibilità di correzioni compiti e prenotazione esami. E ancora, una app per la geolocalizzazione tramite i sensori degli smartphone. Filmati immersivi – realizzati con telecamera a 360° -, percorsi virtuali e di realtà aumentata. Tutti realizzati in open source e risiedenti su Cloud. Nel progetto previsto per quest’anno scolastico, lavoreremo con i droni per una attività sul riconoscimento delle immagini.

I ragazzi quindi sono protagonisti attivi del progetto?

Certamente. Vivono tutte le fasi della realizzazione del progetto e sperimentano, in quei dieci giorni, la vita aziendale: imparano a relazionarsi con i “colleghi”, a lavorare in gruppo, a portare avanti impegni secondo modalità e tempi stabiliti. Oltre a sviluppare competenze tecnologiche, potenziano quindi le soft skill, competenze trasversali necessarie nel mondo del lavoro. Tengo a sottolineare che sono stati coinvolti ragazzi e ragazze. L’esperienza ci ha insegnato che l’informatica non è un mestiere unicamente maschile. Le donne ingegnere, matematiche, fisiche, sono brave e noi investiamo su di loro.

Il suo è un appello alle ragazze ad avvicinare le discipline Stem – Science, Technology, Engineering and Mathematics?

Vorrei spronarle a credere fino in fondo nelle loro capacità. Ad essere consapevoli del loro talento nel portare un valore aggiunto significativo. La rivoluzione digitale è troppo importante per essere lasciata solo agli uomini.

 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati