La comunicazione politica, nel nostro paese, fa la parte da leone e, quindi, non vi è da stupirsi sul clamore che hanno suscitato le recenti notizie sugli stipendi lunari, rispetto alla crisi economica e sociale, e sullo stato del contenzioso della Rai tra dipendenti e Azienda per richieste di qualifiche superiori, scatti di carriera, risarcimenti ed altro, che porta la voce del bilancio del 2015, pubblicato sul sito dell’azienda, che nel corso del 2015 certifica una spesa di circa 41.5 milioni di euro e per il 2016 un fondo di riserva pari a 77.6 milioni di euro per i circa 13 mila dipendenti.
Sono molti? No una bazzecola se raffrontata alla prudente stima dei quasi 15 milioni di euro per il contenzioso dell’Agenzia per l’Italia Digitale per appena 91 tra dirigenti, dipendenti e comandati. Una somma per il contenzioso, quest’ultima, che non è difficile pronosticare destinata a lievitare se si considera che dal 1 settembre 2016, tutti dovranno passare al comparto Ministeri con la conseguenza che per i dirigenti di seconda fascia AgID, i meglio pagati in assoluto con oltre 130 mila euro all’anno, oltre benefit, dovranno subire decurtazione rilevanti, mentre i funzionari vedranno approdare i loro stipendi compresi nella forbice tra 60.000,00 e 88.000,00 euro, ai 32,000,00 circa del comparto Ministeri.
Si salverà solo lo stipendio del Direttore Generale, quantificato in una volta e mezzo a quello goduto dal Presidente degli stati Uniti d’America che è, come si sa, il comandante in capo della più grande potenza militare tecnologica della terra, laddove il DG di AgID al massimo si troverà con un drappello di reduci.
Ora tutto ciò pare avere senso solo se con la nomina di Diego Piacentini, a commissario straordinario per il digitale, si è inteso prendere atto che l’attuale modello organizzativo è stato fallimentare e, di conseguenza, si intende veramente rivoluzione l’organizzazione di ciò che oggi rappresenta la struttura dell’azione nel digitale. Ma occorre ripensare seriamente al modello organizzativo ed affiancare al nuovo manager, che prenderà possesso dell’ufficio il prossimo 17 Agosto, una squadra agile di professionisti, non di burocrati.
Le elevate capacità di Diego Piacentini, già certificate sul campo e, quindi, non in fieri come quelle dei molti sino ad oggi succedutesi nel comparto, non induce, tuttavia, a pensare che possa farcela da solo, specie in una realtà sclerotizzata, come quella attuale, con un contenzioso e relazioni sindacali al limite della rissa. Inoltre dovrebbe lavorare pro bonis ossia gratis, viene da chiedersi se si vuole un manager o un Santo? Piacentini, come individuato dal Presidente Renzi è sicuramente una grande risorsa del nostro paese, e quindi gli si devono fare gli auguri di buon lavoro e affinché non fallisca nella sua missione consigliarlo di selezionare i suoi collaboratori attraverso una procedura pubblica e trasparente evitando buona parte dell’esistente.