L’analisi di Chamath Palihapitiya, uno dei venture capitalist più noti della Silicon Valley oltre che ceo di una compagnia particolarmente innovativa, la Virgin Galactic, quella che accompagnerà i propri passeggeri nelle “gite nello spazio”, è particolarmente originale. Il numero uno dell’azienda creata da Richard Branson con lo scopo di offrire voli spaziali infatti prevede per i prossimi anni che Amazon sarà l’unica delle big tech a tenere un ritmo di crescita particolarmente alto, con percentuali attorno al 25% annuo, mente le altre potrebbero essere costrette a rallentare rispetto ai ritmi su cui si sono attestate ultimamente, a causa delle inchieste a cui sono sottoposte in tutto il mondo e delle pressioni regolatorie che affronteranno su scala internazionale.
Così, se Amazon è destinato a proseguire il proprio trend positivo “con la regolarità di un orologio”, “penso che Google dovrà fare una serie ampia di disinvestimenti per evitare di essere regolamentata – afferma Palihapitiya – e che Netflix si sia trasformata in una azienda che vende ai consumatori beni in eccedenza e che il loro flusso di cassa stia arrivando ai minimi”.
Dopo essere stato uno dei primi executive di Facebook, Chamath Palihapitiya – famoso per le sue prese di posizione molto dirette – nel 2016 aveva dichiarato ad esempio che Amazon avrebbe superato la valutazione dei tre trilioni entro 10 anni, e quest’anno a gennaio l’azienda di Seattle è entrata nel club dei “trilionari”, rimanendo oggi appena al disotto di quella quota per via soprattutto degli andamenti sfavorevoli del mercato causati dal coronavirus.
L’analisi di Palihapitiya arriva in un momento in cui il legislatore e i regolatori del mercato americano stanno concentrando sempre di più la propria attenzione sulle big tech. Negli Usa i componenti della commissione giustizia a settembre hanno richiesto un’ampia documentazione ad Alphabet & Co a causa di una serie di preoccupazioni relative al potenziale abuso di potere da parte di quelle aziende. Mentre la Federal Trade Commission nelle scorse settimane ha dichiarato di aver iniziato ad esaminare le acquisizioni effettuate negli anni passati da Alphabet, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft. Infine, a luglio il Dipartimento di giustizia americano ha annunciato un’ampia indagine antitrust sulle attività dei big del tech.