Debutto in sordina per il servizio di musica in streaming di Amazon. Da oggi – senza clamorosi annunci ufficiali – Prime Music è operativo per i clienti degli Stati Uniti, con “accesso limitato, senza pubblicità, a oltre un milione di canzoni e centinaia di playlist”. Una mossa a sorpresa che arriva con meno di una settimana d’anticipo rispetto all’evento mediatico speciale previsto per il 18 giugno, nel quale oltre presumibilmente a presentare il suo primo smartphone, si pensava – almeno la stampa Usa lo pensava. che avrebbe lanciato anche il servizio musicale.
Prime Music non è servizio indipendente, ma integrato all’offerta di Amazon Prime. A differenza che in Italia, dove Prime consiste essenzialmente in uno strumento per abbattere i costi di spedizione dei prodotti acquistati sul sito, negli Usa il pacchetto ha una natura più multimediale: costa 99 dollari all’anno e comprende l’accesso in streaming ai film e alle serie tv di Instant Video e canali preferenziali legati agli ebook per Kindle. Da oggi, dunque, gli abbonati avranno diritto ad ascoltare anche le canzoni di Prime Music.
Prime Music presenta una significativa differenza rispetto a concorrenti come Spotify, Deezer, Rdio e Beats Music: il catalogo è decisamente più limitato, appena un milione di canzoni contro i quindici/venti milioni dei rivali. Il motivo lo spiega il il New York Times secondo cui solo due delle tre major hanno concesso parte della propria musica (Sony e Warner) mentre mancano all’appello Universal e molte indie.
Visto così – spiegano i media Usa – l’ingresso di Amazon nel mercato dello streaming appare come un gesto per ora simbolico, quasi a voler segnare il territorio in vista dell’annunciato nuovo servizio di YouTube e della creatura che nascerà dall’integrazione tra Apple e Beats. Legandosi alla già consolidata offerta Prime, comunque, Prime Music parte già con un bel tesoretto: un bacino automatico di 20 milioni di utenti (gli abbonati a Prime negli Usa), il doppio rispetto ai 10 milioni di clienti premium di Spotify.