Gli uffici Antitrust della Commissione europea guidati da Margrethe Vestager si apprestano ad annunciare un’indagine formale su Amazon e il possibile “uso illecito” dei dati dei rivenditori. Secondo quanto anticipa Bloomberg, dopo l’apertura di un preliminare dossier a settembre 2018, l’Antitrust Ue renderà noto nei prossimi giorni che l’analisi dei comportamenti del colosso americano dell’e-commerce si è trasformata in indagine formale.
L’ipotesi fin dall’inizio esaminta dalla Vestager è che Amazon usi i dati che raccoglie dai merchant a loro svantaggio. La Commissione europea ha inviato ai negozianti presenti su Amazon Marketplace un questionario in cui ha chiesto di indicare se usano strumenti di data-sharing, per esempio per l’ottimizzazione delle vendite, forniti da Amazon e che finiscono col dare all’azienda dell’e-commerce preziose informazioni su quello che fanno i suoi rivenditori/rivali. Questo permette ad Amazon di far concorrenza ai merchant molto più efficacemente.
L’ufficio della Vestager sta valutando anche le pratiche commerciali del colosso dello shopping online nel sospetto che “copi” i prodotti di maggior successo che le aziende rivali vendono sulla sua piattaforma online. Per chiarire questo aspetto, l’Antitrust Ue ha inviato ai merchant che usano il sito di Amazon un questionario di 16 pagine da compilare e rispedire a Bruxelles.
“Ospitano sulla loro piattaforma tante imprese piccole ma loro sono un colosso sullo stesso mercato”, ha indicato la Vestager al sito Cnbc.com in un’intervista dello scorso settembre, all’indomani dell’apertura del dossier preliminare. “Perciò come trattano i dati che raccolgono dalle imprese piccole?” Questo dà ad Amazon “un vantaggio schiacciante?”.
Bloomberg definisce l’apertura dell’indagine formale su Amazon “il gran finale” per la Vestager prima che lasci l’incarico (a ottobre) col rinnovo dei vertici Ue chiudendo di “cinque anni di crociate contro i colossi tecnologici statunitensi”.
In questo quinquennio gli uffici Antitrust europei hanno multato tre volte Google per un totale che supera gli 8 miliardi di euro e hanno messo nel mirino le pratiche di Facebook e i meccanismi fiscali di Apple (cui l’Europa ha ordinato di pagare 14 miliardi di tasse arretrate all’Ue). Sotto la lente di ingrandimento anche Qualcomm, già multata nel 2018 per 997 milioni di euro per aver buttato fuori dal mercato i fornitori alternativi per il suo più grande cliente, Apple, e che ora rischia una seconda multa dall’Ue per presunta applicazione di politiche dei prezzi predatorie contro un concorrente più piccolo sul mercato dei chip modem 3G.