STRATEGIE

Amazon punta 2 miliardi di dollari sull’e-commerce indiano

Massiccio investimento in logistica e tecnologie. Il commercio elettronico nel Paese asiatico destinato a generare un giro d’affari da 30 miliardi di qui al 2020, complice la diffusione degli smartphone

Pubblicato il 08 Ago 2014

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Amazon investirà due miliardi di dollari in India per non farsi cogliere impreparata nel momento in cui si manifesterà l’atteso boom dell’e-commerce nel Paese. E’ quanto dichiarato dal direttore della divisione indiana Amit Agarwal in un’intervista con il Wall Street Journal, secondo cui il piano di investimenti annunciato dal colosso delle vendite online “ha senso quando viene visto in una prospettiva temporale di qui a 10 anni”.

Amazon vuole costruirsi in India un’infrastruttura tale da permetterle di consegnare le sue merci capillarmente nella nazione, investendo in magazzini e logistica ma anche in nuove tecnologie, per servire al meglio i consumatori indiani. Molti di questi al momento non possiedono nemmeno un computer – ma ci sono i cellulari, e l’adozione delle piattaforme tecnologiche è comunque in forte crescita. Infatti Amazon ha detto che userà i soldi per sviluppare i suoi siti e le versioni mobile, oltre che i sistemi logistici. Il 35% del traffico indiano di Amazon già arriva dai cellulari.

“Investire due miliardi di dollari in India nell’e-commerce sembra privo di senso oggi”, dichiara Agarwal, vice president and managing director di Amazon Seller Services Pvt, “ma bisogna guardare nel lungo termine. Noi siamo disposti a investire denaro oggi per creare valore per gli azionisti nel futuro”.

Gli analisti sono rimasti sorpresi dal volume dell’investimento di Amazon – in pratica due miliardi è il valore attuale del mercato indiano dell’e-commerce. Ma varrà 30 miliardi di dollari di qui a sei anni, dicono gli studi di mercato – niente in confrono alla Cina, dove le vendite online hanno totalizzato 300 miliardi di dollari già l’anno scorso, ma pur sempre un mercato che Amazon non vuole rischiare di lasciare scoperto. Anche perché i rivali esistono e le fanno già concorrenza: ci sono in particolare Flipkart, società indiana che è attualmente leader di mercato, e Snapdeal.com, indiana ma sostenuta da eBay.

“Fanno le cose sul serio in India”, commenta Ashish Jhalani, fondatore di eTailing India, società di consulenza e ricerca. “E’ uno dei mercati che cresce più velocemente per Amazon“. Infatti Amazon investirebbe anche di più in India, ma al momento il governo impone delle restrizioni alle aziende di e-commerce estere che vogliono vendere ai clienti indiani: le società straniere non possono farlo direttamente ma con degli intermediari, per cui oggi Amazon è costretta ad assumere e formare migliaia di addetti che usano il suoi siti e i suoi servizi di logistica per vendere i suoi prodotti, pagando ad Amazon una fee. Il numero di questi venditori sulla piattaforma indiana di Amazon è cresciuto enormemente negli ultimi 12 mesi, arrivando a 10.000, ha detto Agarwal.

Il progetto di Amazon è rendere disponibili per gli indiani più prodotti in più parti del Paese, consegnandoli entro un giorno. Oggi è così già per 300.000 dei 17 milioni di prodotti venduti tramite Amazon. Il colosso americano ha già avviato un progetto pilota che permette ai suoi clienti di ritirare i beni acquistati sul suo sito direttamente nei piccoli negozi di quartiere. “La sfida in India per Amazon è la localizzazione”, dice Jhalani, ma il colosso americano non si preoccupa: “Vogliamo essere il posto a cui tutti i venditori pensano quando vogliono far crescere il loro business e dove i consumatori vanno per trovare qualunque cosa cerchino online”, dichiara Agarwal. “Per raggungere questi obiettivi, investiremo qualunque cifra sarà necessario investire”.

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