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Amazon sotto i 1.000 miliardi. Il titolo a -42% da inizio anno

Soffre il colosso delle-commerce a causa delle previsioni di medio termine. Giornata nera in Borsa e anche per Jeff Bezos denunciato da una ex governante per discriminazione razziale e sfruttamento lavorativo. Intanto via all’apertura delle nuove vetrine made in Italy in Olanda, Polonia e Svezia

Pubblicato il 03 Nov 2022

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Amazon è scesa sotto i 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato: dopo essere entrata, due anni fa, nel gotha delle trillion dollar companies, il colosso dell’e-commerce ieri ha fatto un nuovo scivolone in Borsa, -5,52%, che ha portato il prezzo delle azioni a 96,79 dollari e la capitalizzazione a 987 milioni. Dall’inizio dell’anno a ieri il titolo di Amazon ha ceduto il 42%.

Solo qualche mese fa, a febbraio, Amazon aveva vissuto una seduta-record in Borsa che aveva portato la capitalizzazione a 1,4 trilioni, grazie all’andamento positivo dell’attività di cloud computing e alla decisione di aumentare il prezzo degli abbonamenti Amazon Prime.

La curva discendente di Amazon

La flessione del titolo di Amazon risente della pubblicazione dell’ultima trimestrale (giugno-settembre 2022), che ha deluso gli investitori soprattutto per la guidance incerta.

Nel terzo trimestre Amazon ha registrato un utile di 0,28 dollari per azione, 0,06 in più rispetto al consensus di 0,22, con entrate per il trimestre pari a 127,1 miliardi di dollari rispetto alla stima di 127,76 miliardi. Le vendite nette hanno avuto un impatto sfavorevole di 5 miliardi di dollari derivanti dalle variazioni annue dei tassi di cambio. Il reddito operativo è sceso a 2,5 miliardi di dollari, rispetto ai 4,9 miliardi di dollari del terzo trimestre del 2021. Per il quarto trimestre la big tech prevede un fatturato compreso tra i 140 miliardi e 148 miliardi di dollari (una crescita quindi tra il 2% e l’8% rispetto al quarto trimestre dello scorso anno), contro il consenso di 155,1 miliardi.

Ma gli scivoloni in Borsa sono cominciati già con il report finanziario del primo trimestre, che si è chiuso per il gigante americano con perdite per 3,8 miliardi di dollari, rispetto a un utile di 8,1 miliardi nello stesso periodo dell’anno precedente. È la prima volta che accadeva dal 2015 e la responsabilità è stata attribuita allo scenario economico e politico: “La  pandemia e la successiva guerra in Ucraina hanno portato una crescita delle sfide insolite”, ha sottolineato il ceo Andy Jassy.

La perdita è arrivata dopo i brillanti risultati del 2020, quando Amazon ha registrato un record di crescita rispetto ai trimestri precedenti sulla spinta dei lockdown che hanno favorito lo shopping online e anche la digitalizzazione delle imprese, con l’acquisto dei servizi cloud. Sulle ali di questi risultati e della crescita del valore in Borsa, ad aprile del 2020 Amazon è diventata una trillion dollar company.

Spinta su Prime e streaming per risalire

Consapevole delle forti spese legate al servizio di e-commerce, Amazon cerca di riequilibrare i conti puntando sul servizio Prime in abbonamento e sull’offerta di contenuti in streaming. L’azienda ha aumentato il numero di brani che è possibile ascoltare su Amazon Music Prime da 2 milioni a 100 milioni, sempre allo stesso costo di abbonamento, 9,99 dollari al mese. Il numero di brani coincide con quello disponibile su Amazon Music Unlimited e sui servizi concorrenti di Apple e Spotify.

Amazon Music Prime è il terzo servizio di streaming musicale a pagamento più grande dopo Spotify e Apple Music ed è incluso nell’abbonamento Prime (che ha 200 milioni di utenti nel mondo). Amazon Prime mette a disposizione podcast senza pubblicità e playlist e consente la riproduzione di artisti, album e anche singoli brani, con la possibilità di personalizzare l’ascolto, fare skip illimitati e avere qualità Hd, ultra-Hd e Spatial Audio.

Le nuove vetrine del Made in Italy

Amazon ha anche annunciato l’apertura delle nuove vetrine Made in Italy in Olanda, Polonia e Svezia per continuare a promuovere le eccellenze del Made in Italy nel mondo. Gli artigiani e le piccole e medie imprese che vendono attraverso il negozio Made in Italy avranno così l’opportunità di raggiungere Olanda, Polonia e Svezia tramite le sezioni dedicate di Amazon.nl, Amazon.pl, e Amazon.se, che vanno ad aggiungersi a quelle già presenti in Francia (Amazon.fr), Spagna (Amazon.es), Germania (Amazon.de), Regno Unito (Amazon.co.uk), Stati Uniti (Amazon.com), Giappone (Amazon.co.jp) ed Emirati Arabi Uniti (Amazon.ae).

Nel 2022 le pmi italiane che vendono con successo prodotti Made in Italy in Olanda, Polonia e Svezia hanno già registrato vendite all’estero – derivanti dalla vendita di soli prodotti Made in Italy – per più di 500mila euro in Olanda; più di 65mila euro in Polonia e di circa 180mila euro in Svezia, si legge in una nota dell’azienda americana.

Creata nel 2015 su Amazon.it, la vetrina Made in Italy è la sezione di Amazon dedicata ai prodotti italiani realizzati da grandi aziende, pmi  e artigiani che ha l’obiettivo di far conoscere i loro prodotti nel mondo e che oggi ospita oltre 4.500 realtà, con una selezione di oltre 1 milione di prodotti. Inoltre, a partire dal 2019, oltre 2.000 piccole e medie imprese italiane hanno aderito al bando di Agenzia Ice, rendendo disponibili oltre 240.000 nuovi prodotti per i clienti di Amazon.

Jeff Bezos denunciato dalla ex governante

Intanto il fondatore ed ex ceo di Amazon, Jeff Bezos, è stato denunciato da una ex governante, che accusa l’imprenditore e i suoi collaboratori di averla sottoposta a discriminazione razziale e a sfruttamento lavorativo. Mercedes Wedaa, assunta da Bezos a settembre 2019, sostiene di aver supervisionato dalle cinque alle sei altre collaboratrici domestiche: tutte avrebbero dovuto lavorare dalle 10 alle 14 ore al giorno, senza pause e luoghi adibiti al riposo e alla consumazione dei pasti, e persino senza un agevole accesso ai servizi sanitari. Harry Korrell, avvocato che rappresenta Bezos e altri collaboratori di quest’ultimo, sostiene che le accuse della donna siano già state sottoposte a una indagine interna e si siano rivelate infondate.

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