Ieri è entrato in vigore lo split azionario venti per uno annunciato a marzo da Amazon. Il frazionamento del colosso fondato da Jeff Bezos, approvato dal cda di Amazon all’inizio dell’anno, rende il prezzo delle azioni della società tecnologica più accessibile per le persone che desiderano acquistare le sue azioni. Chi ne possedeva già, invece, ha ricevuto 19 azioni aggiuntive per ogni cedola in portfolio. Al varo dell’iniziativa il titolo è aumentato a Wall Street del 2,2% arrivando al valore di 125,06 dollari, e registrando incrementi del 3,1% a 126,17 dollari negli scambi pomeridiani.
La mossa vista da una prospettiva di mercato
Secondo gli analisti di Mkm Partners, il rally delle azioni Amazon da maggio, durante il quale hanno ridotto di un terzo la perdita da inizio anno, è stato aiutato proprio dall’annuncio dello split. “Sebbene consideriamo questo evento in gran parte non fondamentale, riteniamo che un frazionamento azionario e una potenziale attività di trading al dettaglio potrebbero fornire un catalizzatore incrementale per trasformare il sentimento sulle azioni Amazon”, ha affermato Rohit Kulkarni, analista di Mkm, in una nota.
D’altronde, un rapporto di Cboe pubblicato a maggio evidenzia come i frazionamenti azionari possano favorire una partecipazione aggiuntiva da parte degli investitori al dettaglio, che, in media, tendono a negoziare in dimensioni inferiori a causa del loro capitale limitato, rispetto agli investitori istituzionali. L’effetto è stato più pronunciato per i titoli con una maggiore capitalizzazione di mercato, secondo il rapporto, che ha analizzato 61 titoli in tutte le categorie di capitalizzazione di mercato che si sono divisi dal 2020.
Peng Cheng, responsabile dei big data e delle strategie Ai di JpMorgan, ha affermato che la proprietà degli investitori al dettaglio nelle azioni di Amazon è stata relativamente bassa, rispetto alla solida attività di vendita al dettaglio nelle opzioni dell’azienda, un segnale che un prezzo delle azioni a quattro cifre potrebbe aver disincentivato i trader individuali.
Naturalmente – notano gli esperti – è improbabile che basti un frazionamento per superare la miriade di altri fattori che hanno spinto le azioni al ribasso quest’anno, comprese le preoccupazioni per una politica monetaria più restrittiva e un’inflazione elevata da decenni, ma intanto il titolo ha recuperato un po’ di ossigeno.