Apple si allinea alle altre aziende tecnologiche – da Google e Microsoft a Facebook e Uber – aprendo il portafogli in nome della sicurezza. La compagnia di Cupertino ha infatti deciso di seguire l’esempio dei rivali nell’offrire ricompense a chi riesce a trovare falle di sicurezza nei suoi dispositivi e software. Cinque categorie sotto esame, da quelle firmware all’estrapolazione di dati da Secure Enclave passando per estrazione dati da un codice arbitrario, problemi su processi sandbox ed accesso non autorizzato ad iCloud.
A darne notizia Ivan Krstic, numero uno della sicurezza di Apple, nel corso di una conferenza dedicata all’argomento, il Black Hat.
Le ‘taglie’ sui problemi nella sicurezza dei prodotti Apple vanno da 25mila a 200mila dollari, in base al tipo di falla individuata. E l’azienda guidata da Tim Cook raddoppierà le cifre se i ricercatori che si sono guadagnati la ricompensa decideranno di devolverla in beneficenza.
La caccia ai bug, che inizierà a settembre, non sarà però aperta a tutti: ricercatori e società specializzate potranno prendervi parte solo se invitate da Apple.