ANTITRUST

Android sotto accusa in Russia: “Abuso di posizione dominante”

L’indagine antitrust partita a febbraio dopo la denuncia di Yandex sull’impossibilità di preinstallare proprie app su smartphone con sistema Google. Ora l’azienda californiana rischia una multa. Ma anche di dover cambiare politica industriale

Pubblicato il 15 Set 2015

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“Abuso di posizione dominante”. E’ questa l’accusa su cui Google è chiamata a rispondere all’autorità antitrust russa, dopo la denuncia inoltrata al garante dalla società Yandex, tra i principali player dell’online nel Paese. Sotto la lente dell’antitrust, che in ogni caso non starebbe allargando le indagini per accertare “pratiche commerciali scorrette”, sarebbe finito il modo con cui Google gestisce le app nel sistema operativo Android, e l’impossibilità per i produttori di smartphone di “precaricare” sui device le applicazioni che preferiscono.

Google tra l’altro sta affrontando diverse controversi davanti alle autorità antitrust in diverse parti del Mondo, dall’Ue all’India. Nel caso della Ue deve rispondere di abuso di posizione dominante rispetto ai risultati proposti dal motore di ricerca, che favorirebbe i servizi di Google rispetto agli altri.

Il Federal Antimonopoly Service (Fas) russo, secondo un portavoce dell’authority citato dal Wall Street Journal, ha iniziato a indagare su Google a febbraio, mentre la decisione finale è attesa nell’arco dei prossimi 10 giorni. Quanto alla società di MoYandex, untain View, le reazioni rimangono per il momento improntate alla cautela: “Non abbiamo ancora ricevuto la pronuncia – afferma un portavoce dell’azienda in Russia – Quando ciò accadrà, la studieremo e determineremo i nostri prossimi passi”.

Dal canto suo Yandex, da cui è partita la denuncia, ha accolto con favore il fatto che la Fas abbia “accertato le violazioni di BigG”: “Yandex crede che la decisione di Fas aiuterà a riportare competizione sul mercato”, sottolinea un portavoce dell’azienda.

Se la condanna venisse ufficializzata dall’authority Google rischierebbe, oltre che una multa ancora de quantificare, anche di dover modificare gli accordi con i produttori di smartphone, alcuni dei quali nel 2014 avevano denunciato di non essere in grado “di pre-installare su dispositivi dotati di Android i servizi Yandex“, dalle app legate alle mappe o quelle alla ricerca sul web.

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