Rientro dei cervelli in fuga, aumento del livello di competitività economica e investimenti in alta formazione: questi, secondo Angi, gli ingredienti fondamentali per la trasformazione tecnologica e digitale dell’Italia. È quanto emerso in occasione dell’edizione 2022 dello Young Innovators Business Forum, durante il quale è stata presentata l’indagine demoscopica “Giovani, Innovazione e Transizione digitale” primo rapporto sui Giovani innovatori e la Transizione digitale in Italia, a cura del Professor Roberto Baldassari, Direttore Generale Lab21.01 e Direttore del Comitato Scientifico dell’Associazione nazionale dei giovani innovatori.
I giovani innovatori e la sfida italiana
“Le principali difficoltà che i giovani individuano come primi ostacoli per l’ingresso del mondo del lavoro sono rappresentati dalla richiesta di esperienza che però le aziende non sono immediatamente disposte a far fare ai nostri ragazzi”, spiega Baldassarri.
Le università, lo Stato e le aziende, sono gli attori individuati dai giovani italiani come coloro che possono realmente colmare il gap che separa gli studenti dalle aziende (55,8%). Gli ingredienti fondamentali per la trasformazione tecnologica e digitale del nostro Paese, sono i seguenti: rientro dei cervelli italiani in fuga (24,1%), aumento di livello di competitività economica dell’Italia rispetto ai Paesi dell’Ue (21,2%) e investimenti pubblici e privati in alta formazione digitale (20%). All’interno dell’indagine, vengono analizzate anche le opportunità legate a smart mobilty e cybersecurity. Le chiavi fondamentali per agevolare il processo di crescita e rinnovamento delle città sono: investimenti mirati in innovazione tecnologica al fine di migliorare le città (35,7%), incentivi di mezzi elettrici (31,8%) e aumento del livello di comunicazione ai cittadini per il concetto di smart mobility (19,4%). Riflettori anche sul tema del gender gap: solo 2 giovani italiani su 10 ritengono che l’attuale sistema riconosca in maniera concreta il valore delle donne come leader distintive e portatrici sane di futuro per l’Italia e per il mondo.
“I giovani rappresentano i punti di riferimento del processo di rilancio economico e sociale della nostra nazione – sottolinea il presidente di Angi, Gabriele Ferrieri –. Cogliamo l’occasione, per annunciare i due eventi importanti che chiuderanno il nostro 2022: il Festival del Metaverso a ottobre nella città di Torino e, naturalmente, il consueto Premio Angi, giunto alla sua V edizione, nel mese di dicembre”.
Istituzioni a confronto
Numerosi i rappresentati delle istituzioni e del business che si sono confrontati al summit di Angi. Giunto anche l’augurio del Presidente del Consiglio Mario Draghi. “La telefonata che ho ricevuto dalla segreteria del Presidente del Consiglio Mario Draghi è stata un grande attestato di stima e fiducia che ripaga l’impegno e il lavoro che abbiamo svolto al servizio dei giovani, delle istituzioni e delle imprese italiane”, sottolinea Ferrieri.
“Quello che si deve fare è lavorare ancora di più sulle competenze digitali. C’è una parte della popolazione giovanile che è molto pronto su questo tema, mentre su un’altra parte stiamo lavorando proprio per dare queste competenze, affinché possa venir utilizzata sul fronte lavorativo e non solo sui social”, ha evidenziato la ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone. E Giorgio Mulè, Sottosegretario al Ministero della Difesa, ha auspicato “che i giovani diventino finalmente i protagonisti di un settore strategico legato alla sicurezza nazionale in cui non mancheranno finanziamenti e investimenti pubblici”.
“La necessità di innovare il sistema gestionale e amministrativo e l’obiettivo di imprimere una forte accelerazione alla modernizzazione del Paese, trovano soluzioni nelle proposte concrete e razionali che giovani preparati e propositivi possono consegnare a imprese e amministratori, con la consapevolezza che ogni cambiamento va accompagnato da politiche che non lascino indietro nessuno e che siano coerenti con uno sviluppo sostenibile sotto tutti gli aspetti”, ha aggiunto Vannia Gava, Sottosegretario di Stato al Ministero della Transizione Ecologica.
Secondo l’economista Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e docente all’Università Luigi Bocconi “per investire bisogna trovare le condizioni in Italia perché gli imprenditori trovino convenienza a venire qui. Da anni sono tre le condizioni considerate di disincentivo a investire in Italia: primo il livello della tassazione e la complicazione del fisco; secondo la lentezza della pubblica amministrazione e la burocrazia e terzo la lentezza della giustizia. Non basta digitalizzare, perché se digitalizzi e non cambi i processi, il sistema rimane lento”.