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Anie, elettronica a -3% nel 2012

Media annua negativa, ma a dicembre la produzione resta stabile (+0,1%) rispetto al mese precedente. Il presidente Claudio Andrea Gemme: “Quadro macroeconomico incerto anche a inizio 2013”

Pubblicato il 08 Feb 2013

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Andamento negativo anche a dicembre 2012 nei dati della produzione industriale di tecnologie, elettrotecnica ed elettronica, comparto rappresentato da Anie Confindustria.

Secondo i dati Istat, nell’ultimo mese dello scorso anno l’elettrotecnica ha sperimentato una flessione della produzione industriale del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2011 e l’elettronica dello 0,3% (-7,0% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).

Cambia la prospettiva se si analizzano i dati mese su mese. A dicembre 2012 l’ettrotecnica ha evidenziato un moderato incremento dei livelli di attività industriale (+1,6%) rispetto a novembre 2012, mentre l’elettronica ha confermato una sostanziale stabilità (+0,1%). La corrispondente variazione nella media del settore manifatturiero nazionale è stata del +0,1%.

Nella media del 2012, nel confronto con l’anno precedente, l’elettrotecnica ha segnato un risultato cumulato annuo negativo del 10,0%, l’elettronica invece del 3,0. Il comparto manifatturiero nazionale è sceso di -6,9%.

“A dicembre 2012 il dato relativo alla produzione industriale ha confermato la lunga e ininterrotta serie negativa iniziata nei primi mesi dell’anno” ha dichiarato il Presidente di Anie Confindustria, Claudio Andrea Gemme. “Guardando all’intero anno – ha proseguito – il 2012 chiude per l’elettrotecnica e l’elettronica italiane con una riduzione dei livelli di attività vicina al 10%. Per effetto della prolungata fase recessiva rimangono ampi spazi di capacità produttiva inutilizzata, con conseguenze rilevanti su volumi e margini delle imprese”.

“Cresce il rischio – conclude il presidente Anie – di disperdere importanti tasselli delle competenze tecniche e specialistiche di eccellenza di cui l’industria nazionale è espressione. A inizio 2013 il quadro macroeconomico continua a essere caratterizzato da una elevata incertezza. Alla forte debolezza del mercato interno si affianca la difficile congiuntura internazionale, che non consente al canale estero di compensare pienamente la fragilità della domanda nazionale.”

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