E’ un quadro in chiaroscuro quello che emerge dai dati Istat sull’elettrotecnica e l’elettronica diffusi dall’Anie, la federazione delle imprese elettrotecniche ed elettroniche di Confindustria.
Incoraggianti i risultati dell’elettronica, dove la produzione industriale ha registrato a luglio un incremento del 4,8%, invertendo la media del settore manifatturiero nazionale che si è attestata sul -1,4%. L’elettrotecnica, al contrario, ha visto la produzione diminuire del 13,9%.
“Nel confronto congiunturale – si legge in una nota di Anie – le due macro-aree mostrano andamenti disallineati. A luglio 2014, nel confronto congiunturale, l’Elettrotecnica ha evidenziato un calo dei livelli di attività industriale del 2,5%; mentre l’Elettronica ha registrato un modesto incremento rispetto ai livelli di giugno (+0,3%; -1,1% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). Nella media dei primi sette mesi del 2014, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, l’Elettrotecnica mostra una flessione dell’8,6%. L’Elettronica registra, invece, un incremento dello 0,4% (+0,6% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale)”.
“Fin dai primi mesi di questo 2014, la produzione industriale nell’Elettrotecnica e nell’Elettronica italiane ha registrato un andamento contrastante, con segnali di recupero che si alternano a nuovi rallentamenti – commenta Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie Confindustria – Buoni segnali di tenuta arrivano dall’Elettronica, trainata principalmente dal comparto della componentistica, fornitrice dell’automotive e dell’industria del bianco. Ma la situazione rimane comunque drammatica, soprattutto per l’Elettrotecnica. Contrariamente a quanto tutti ci aspettavamo, non solo l’Italia, ma l’intera Eurozona fatica a imboccare un percorso di crescita. Nel periodo più recente segnali di rafforzamento della ripresa restano confinati ad alcuni mercati extra europei, caratterizzati da un profilo più dinamico degli investimenti: le nostre imprese si salvano solo con l’export. Ma il nostro Paese ci continua a dare segnali preoccupanti: bisogna lavorare per rimettere in moto la macchina Italia”.
“Lo scenario dell’economia italiana che ci dipingono questi dati dimostra una volta di più quanto ancora ci sia da fare per risollevare le sorti del nostro manifatturiero – continua Gemme – Dal decreto Competitività allo Sblocca-Italia, i provvedimenti finora attuati dall’Esecutivo appaiono del tutto insufficienti a rispondere al grido d’allarme che gli imprenditori italiani lanciano continuamente. Abbiamo accolto con grande favore gli annunci di Renzi sul taglio del cuneo fiscale, il giogo che ci impedisce di uscire da questo grave momento di recessione, ma occorre fare presto. Bisogna che questi annunci non rimangano lettera morta, ma si traducano al più presto in azioni concrete. È un segnale importante che è stato lanciato all’industria italiana – conclude – ma purtroppo fino ad adesso è stato l’unico. La nostra proposta è quella di tagliare le tasse per le imprese eliminando totalmente l’Irap, una tassa iniqua, mettendo contestualmente più soldi nelle tasche dei cittadini. Sono provvedimenti che il mondo del manifatturiero chiede da tempo, speriamo che sia arrivato il momento buono perché tutto ciò possa tradursi in realtà”.