Per la seconda volta in un mese Anonymus ha attaccato la Corea del Nord con un’azione di pirateria informatica.
Il gruppo di pirati informatici che afferma di fare parte del collettivo consciuto a livello internazionale come Anonymous è tornato a colpire Uriminzokkiri.com, sito di notizie ufficiali in piena aderenza con la linea politica del regime che peraltro era già stato preso di mira dagli hacker il 27 gennaio.
Gli utenti che oggi hanno cercato di accedere al sito l’hanno scoperto “bloccato”. Nel profilo su Twitter di Uriminzokkiri, il gruppo di pirati informatici ha lasciato scritto: “Molti dei siti nordcoreani sono nelle nostre mani e saranno oscurati”.
Anonymous ha anche dato l’assalto ad altri web-site nordcoreani come minjok.com, jajusasang.com e paekdu-hanna.com. Sulle pagine online sono apparse immagini grottesche di Kim Jong-un, il leader del Paese asiatico che da settimane sta minacciando un conflitto nucleare.
Dall’inizio di aprile Anonymous ha ottenuto il controllo dei profili Twitter della Corea del Nord. Da allora molti dei collegamenti ai tweet mostrano immagini derisorie di Jong-Un e lo condannano per “minacciare la pace mondiale con le armi nucleari” e per “sprecare denaro mentre la sua gente muore di fame”.
Nel Paese retto da oltre mezzo secolo da una dittatura, Internet è ancora molto poco diffuso. Su una popolazione di circa 25 milioni di persone, infatti, solo 4.000 possono navigare in rete (in pratica i membri della classe dirigente). La maggior parte dei nordcoreani usa un sistema di Intranet, ma non ha accesso al World Wide Web e, in ogni caso, la rete è sottoposta a controlli e censure. A gennaio scorso il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, in visita ufficiale nello Stato asiatico, aveva esortato il governo nordcoreano a “concedere alla popolazione l’accesso a Internet se vuole incrementare la crescita”.