In Francia potrebbe toccare allo Stato pagare i fornitori di servizi internet per la “collaborazione” che prestano alla Hadopi – l’Alta autorità per la lotta alla pirateria online – supportandola nell’identificazione degli utenti considerati responsabili di violazioni del diritto d’autore online.
Dopo anni di richieste più e meno cortesi e lettere di diffida dei provider e mezze risposte alternate a smentite e lunghi silenzi da parte dello Stato, infatti, nelle scorse settimane Bouygues Télécom, uno degli operatori più grandi del Paese, ha rotto gli indugi e deciso di passare dalle parole ai fatti chiedendo al Consiglio di Stato di ordinare al Governo di pagare le proprie fatture per questo genere di attività.
E lo scorso sette dicembre il “rapporteur pubblic” – una figura simile a quella dell’Avvocato Generale della Corte di Giustizia – ha suggerito al Consiglio di Stato di accogliere le richieste di Bouygues Télécom, ritenendole fondate.
E’, ora, dunque elevata l’eventualità che nelle prossime settimane il Consiglio di Stato decida che il Governo avrebbe dovuto – già da anni – rimborsare agli Internet service provider i costi da loro sostenuti per la collaborazione nell’attività di enforcement e che, dunque, debba ora farlo, facendosi probabilmente carico dei relativi interessi.
E secondo le prime stime degli operatori di telecomunicazione francesi si tratterebbe di decine di milioni di euro.
La vicenda francese merita di essere seguita con grande interesse anche da questa parte delle Alpi perché, anche da noi, i provider di telecomunicazione collaborano – sebbene in termini sensibilmente diversi – con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel quadro del Regolamento per la promozione e tutela del diritto d’autore online in vigore, ormai, da un anno e mezzo ed hanno, a più riprese, fatto notare di non ritenere di dover svolgere l’attività loro demandata dal Regolamento medesimo a titolo gratuito.
Anche da noi, quindi, il Governo o, direttamente, l’Agcom – proprio come in Francia i più suggeriscono faccia la Hadopi – potrebbe sentirsi richiedere dalle società di telecomunicazioni il pagamento di laute fatture.
Ma non basta.
Il principio che, nei prossimi giorni, il Consiglio di Stato francese potrebbe fissare, infatti, sembra suscettibile di poter essere applicato anche al di fuori dei confini dell’enforcement dei diritti di proprietà intellettuale.
E in un momento come questo nel quale, in nome della lotta al terrorismo, si parla sempre più di frequente del coinvolgimento dei big di Internet – telco e non solo – nell’attività di cybersecurity e cyberintelligence, il tema del rimborso dei costi di tale attività sembra tutt’altro che secondario.