LA SENTENZA

Maxi-multa per 7 telco: Olo discriminati

Il Tar del Lazio respinge i ricorsi di Telecom Italia, Alpitel, Ceit Impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina. Nel dicembre 2015 l’Antitrust aveva comminato le sanzioni puntando il dito contro condizioni contrattuali in grado di alterare gli incentivi degli Olo, pregiudicando la concorrenza

Pubblicato il 06 Set 2016

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Il Tar del Lazio conferma le maxisanzioni per complessivi 28 milioni di euro disposte dall’Antitrust nel dicembre dello scorso anno per 7 società – Alpitel (133.796,17 euro), Ceit Impianti (782.026,01 euro), Sielte (2.383.304,15 euro), Sirti (1.904.213,04 euro), Site (1.050.030,14 euro), Valtellina (339.912.72 euro) e Telecom Italia (la sanzione più alta, 21.506.574,66 euro) – per un’intesa restrittiva della concorrenza per il coordinamento delle offerte economiche e di altre condizioni nelle procedure per la selezione dei fornitori predisposte da Wind, Fastweb e Vodafone. L‘ha deciso il Tar del Lazio con una serie di sentenze con le quali sono stati respinti i ricorsi proposti dalle stesse società.

L’accordo sanzionato – spiegava l’Antitrust in una nota – ha riguardato il coordinamento, tra il 5 luglio 2012 e l’1 febbraio 2013, delle offerte economiche e di altre condizioni contrattuali nelle procedure per la selezione dei fornitori predisposte dalle società Wind e Fastweb; nonché quello sulle informazioni relative all’erogazione dei servizi di manutenzione correttiva (cosiddetta assurance). Attività, questa che è effettuata per ripristinare il servizio in caso di guasti segnalati dai clienti finali o per malfunzionamenti della rete, cui Telecom consente di accedere agli operatori telefonici alternativi.

Secondo l’Antitrust, le condotte lesive della concorrenza consistono nella determinazione coordinata delle condizioni economiche contrattuali e delle informazioni trasmesse al regolatore, con l’obiettivo di limitare il confronto competitivo e prevenire l’evoluzione delle forme di erogazione disaggregata dei servizi tecnici accessori. Questo avveniva in un periodo di evoluzione delle modalità di erogazione dei servizi di manutenzione correttiva che avrebbero potuto determinare una maggiore disintermediazione del servizio.

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