Arrivano nelle casse del governo irlandese i 14 miliardi che l’Antitrust Ue aveva ingiunto di pagare a Apple. Lo ha annunciato lo stesso Governo di Dublino. La somma è destinata a compensare i vantaggi fiscali giudicati illegali dalla Commissione Ue e bollati come “aiuto di Stato”.
La somma è stata depositata in un conto bloccato nel secondo e nel terzo trimestre: Apple ha versato 13,1 miliardi di euro in ragione degli aiuti fiscali ottenuti giudicati illegali più 1,2 miliardi di interessi. A maggio era stata versata in un fondo fiduciario irlandese la prima tranche.
Il versamento nel conto bloccato è stato fatto in attesa della procedura di appello dopo la decisione dell’Antitrust Ue. Il ministro delle finanze irlandesi ha ribadito che l’opinione del governo è di aperta contestazione della decisione comunitaria.
La decisione dell’Antitrust europeo risale al 30 agosto 2016 quando Bruxelles concluse l’indagine approfondita avviata nel giugno 2014: la Commissione aveva concluso che gli accordi fiscali emanati dall’Irlanda nei confronti di Apple avevano ‘considerevolmente e artificialmente’ ridotto le imposte che la società aveva versato a partire dal 1991. I ruling approvavano modalità di determinazione degli utili imponibili di due società di diritto irlandese appartenenti al gruppo Apple non corrispondenti alla realtà economica.
Grazie al metodo di assegnazione avallato con i ruling fiscali, Apple ha pagato sugli utili di Apple Sales International soltanto un’aliquota effettiva dell’imposta sulle società che dall’1% del 2003 è progressivamente scesa fino allo 0,005% del 2014. Di conseguenza l’Irlanda doveva recuperare le imposte che Apple non le ha versato per il periodo dal 2003 al 2014, per un totale di 13 miliardi euro più interessi. Di fatto, il trattamento fiscale di cui ha goduto in Irlanda ha consentito ad Apple di eludere le imposte sulla quasi totalità degli utili generati dalle vendite dei suoi prodotti in tutto il mercato unico. Questo perché Apple registrava le vendite in Irlanda invece che nei Paesi nei quali venivano venduti i prodotti.