DATA PROTECTION

Antonello Soro: “Azione repressiva contro Google”

Affila le armi la task force delle authority Ue. Il garante italiano per la Privacy: “Serve salvaguardare le imprese europee obbligate a norme rigorose rispetto agli Over the top”

Pubblicato il 01 Mar 2013

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Garanti europei per la privacy uniti contro Google, nel mirino per il mancato rispetto delle norme Ue per la tutela dei dati personali. I garanti hanno dato il via libera ad una task force che tenterà entro l’estate di far ragionare il motore di ricerca, che si rifiuta di modificare le sue norme sulla privacy, e rischia pesanti sanzioni se non si adeguerà. “L’azione congiunta di tutti i Garanti europei nei confronti di Google mira ad affermare l’esigenza del rispetto della riservatezza dei cittadini europei anche da parte dei big delle Rete e dalle imprese che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche ovunque siano stabilite”. Lo ha detto il Garante italiano Antonello Soro, dopo la decisione, assunta ieri insieme ai colleghi delle altre 26 Autorità per la privacy europea, di lanciare prima dell’estate un’ “azione repressiva” nei confronti di Google.

“E’ un’azione importante per salvaguardare non solo i cittadini, ma anche le imprese europee. Nel caso in cui non si riuscisse a far in modo che Google si adegui alle indicazioni delle Autorità di protezione dati – aggiunge Soro – e non modifichi la sua privacy policy per mettersi in regola con le norme che si è data l’Unione in materia, si determinerebbe infatti una situazione paradossale nella quale le imprese europee, che tutelano maggiormente i cittadini in quanto tenute al rispetto di obblighi rigorosi, sarebbero penalizzate rispetto agli Over the Top, come Google“.
“Tutto ciò potrebbe peraltro portare con sé – conclude Soro – il rischio di far passare tra le imprese l’idea sbagliata e certamente dannosa per l’economia europea, specie nel difficile contesto attuale, che sia conveniente stabilirsi in altre parti del mondo per avere le mani libere e operare senza vincoli”.

Il giro di vite dei garanti europei, riuniti nel gruppo di lavoro Articolo 29, è stato deciso dopo un incontro che si è tenuto ieri a Bruxelles. La decisione accoglie una proposta dello scorso febbraio, avanzata dal garante Privacy francese e di altri paesi.

Il garante francese ha reso noto che i garanti dell’Ue a 27 sono unanimi nel prendere “tutti provvedimenti necessari” nei confronti di Goolge, dopo che il motore di ricerca non ha preso le necessarie contromisure in risposta alla richiesta di mettere in atto cambiamenti sostanziali nel trattamento dei dati personali dei cittadini dell’Ue, avanzate dai regolatori europei lo scorso mese di ottobre.

Il garante francese (Cnil) sarà a capo di un gruppo di lavoro per coordinare il dossier Google, allo scopo di ottenere “risposte significative” entro l’estate.

Google ha ribadito ieri che la sua policy in material di trattamento dei dati personali non viola le norme europee e che sta collaborando con le indagini dell’Ue.

Lo scorso mese di ottobre i garanti europei avevano accusato Google di non rispettare le norme Ue sulla privacy, raccomandando a Mountain View di mettere in atto una serie di cambiamenti per semplificare la funzione di “opt out” in materia di advertising profilato.

Il Cnil ha fatto sapere che nelle prossime settimane convocherà Google di fronte alla task force europea. Per ora non è chiaro a quali sanzioni possa andare incontro Mountain View.

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