In Hpe sta per finire l’era Meg Whitman. Dal primo febbraio 2018 il Ceo lascerà la guida del gruppo che offre servizi IT e che è nato nel novembre del 2015 dallo scorporo di HP in due aziende (l’altra, che ha mantenuto quel nome, produce pc e stampanti). L’annuncio è arrivato ieri a mercati Usa chiusi, in concomitanza con utili trimestrali migliori del previsto. Nel suo quarto trimestre fiscale Hpe ha registrato utili netti per 524 milioni di dollari, in rialzo dai 302 milioni dello stesso periodo dell’esercizio precedente. Al netto di voci straordinarie, i profitti per azione sono scesi a 31 centesimi da 61, comunque sopra l’intervallo previsto dall’azienda tra 26 e 30 centesimi per titolo e oltre i 28 centesimi attesi dagli analisti. I ricavi nei tre mesi al 31 ottobre scorso sono saliti del 4,6% a 7,7 miliardi, meno dei 7,78 miliardi previsti dal mercato. Per il primo trimestre fiscale dell’esercizio 2018, Hpe si aspetta utili per azione pro forma tra i 20 e i 24 centesimi per azione, meno dei 27 attesi. Nonostante i nuemri postivi il titolo Hpe ha tuttavia ceduto oltre il 5% nel dopo mercato, segno che agli investitori l’addio della manager non convince.
Al posto di Whitman – che resterà nel board – arriverà l’attuale presidente Antonio Neri, cinquantenne da 23 anni nell’azienda. Stando a un documento depositato presso l’autorità di Borsa Usa, Neri avrà un salario base di un milione di dollari a cui potrà aggiungere bonus addizionali fino a 1,5 milioni.
L’addio da ceo di Whitman non stupisce visto che la scorsa estate erano trapelate indiscrezioni secondo cui era finita tra i papabili candidati a passare alla guida di Uber; tuttavia a settembre, nella call a commento dei conti, aveva detto che non aveva piani di lasciare Hpe: “Sarò qui per il futuro prossimo perché c’è ancora lavoro da fare”, aveva dichiarato.
In una nota, il gruppo ha spiegato che sotto la leadership di Whitman è stato creato un valore “significativo” per i soci, inclusi i quasi 18 miliardi di dollari tra titoli propri riaquistati e dividendi restituiti. E dalla sua nascita, Hpe ha garantito agli azionisti rendimenti dell’89% ossia “più di tre volte di quelli dell’S&P 500”.