Non piace all’industria tedesca dei media, di Internet e della pubblicità la nuova strada intrapresa da Apple sul fronte privacy. E scatta il ricorso al Bundeskartellamt, l’agenzia Antitrust del Paese, contro le nuove impostazioni di iOs, il sistema operativo per iPhone perché “rappresentano un abuso di mercato e una violazione della legge sulla concorrenza”.
Chi sono le imprese contrarie
La denuncia è firmata da Zaw, Federazione tedesca dell’advertising che raccoglie 9 associazioni di categoria fra cui Facebook e il gigante dei media Axel Springer, proprietario di Insider e Bild.
Al centro, la versione 14.5 del sistema operativo che contiene più di una novità. La principale, App Tracking Transparency, richiede di ottenere il consenso dell’utente a tracciare i suoi dati nelle applicazioni o sui siti web di terze parti per scopi pubblicitari o di condivisione con data broker.
Una denuncia simile è stata respinta il mese scorso dal regolatore della concorrenza francese.
I rischi per il settore
Le impostazioni rappresentano un ostacolo alle pubblicità “mirate” e un cambio di passo per l’industria dell’advertising.
“Come risultato di queste misure unilaterali, Apple sta impedendo a tutti i concorrenti di elaborare dati commercialmente rilevanti nel suo ecosistema“, hanno affermato diverse associazioni di imprese in una dichiarazione congiunta.
Secondo Apple alcuni broker hanno a disposizione fino a 700 milioni di profili di consumatori in tutto il mondo, che includono fino a 5.000 caratteristiche per ogni individuo.
Il rilascio di iOs 14.5 e con esso di ATT, quindi, ha il potenziale per destabilizzare l’ecosistema pubblicitario. “La nuova modalità potrebbe costringere i brand a rivalutare le loro strategie di tag, attribuzione e marketing in-app” dice Forrester.
La strategia “filo-privacy” di Apple
Del resto Apple genera pochissime entrate dalla pubblicità: il suo modello di business si basa principalmente sulla vendita di hardware e servizi, permettendo in questo modo all’azienda di porsi come leader del settore nella protezione della privacy.
La mossa di Apple arriva quando i gruppi per i diritti digitali portano sempre più sotto i riflettori alcune delle pratiche alla base della pubblicità digitale. Il monitoraggio costante a cui sono sottoposti gli utenti allo scopo di indirizzare gli annunci pubblicitari è stato più volte condannato come troppo invadente.