LA DENUNCIA

Apple nei guai in Germania: ricorso all’Antitrust per le impostazioni privacy su iPhone

Un gruppo di aziende fra cui Facebook sul piede di guerra. Nel mirino l’aggiornamento di iOs che rende più difficile il tracciamento dati e la loro cessione ai broker: “Con la nuova funzione crollo del 60% delle entrate per gli sviluppatori“

Pubblicato il 27 Apr 2021

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Non piace all’industria tedesca dei media, di Internet e della pubblicità la nuova strada intrapresa da Apple sul fronte privacy. E scatta il ricorso al Bundeskartellamt, l’agenzia Antitrust del Paese, contro le nuove impostazioni di iOs, il sistema operativo per iPhone perché “rappresentano un abuso di mercato e una violazione della legge sulla concorrenza”.

Chi sono le imprese contrarie

La denuncia è firmata da Zaw, Federazione tedesca dell’advertising che raccoglie 9 associazioni di categoria fra cui Facebook e il gigante dei media Axel Springer, proprietario di Insider e Bild.

Al centro, la versione 14.5 del sistema operativo che contiene più di una novità. La principale, App Tracking Transparency, richiede di ottenere il consenso dell’utente a tracciare i suoi dati nelle applicazioni o sui siti web di terze parti per scopi pubblicitari o di condivisione con data broker.

Una denuncia simile è stata respinta il mese scorso dal regolatore della concorrenza francese.

I rischi per il settore

Le impostazioni rappresentano un ostacolo alle pubblicità “mirate” e un cambio di passo per l’industria dell’advertising.

“Come risultato di queste misure unilaterali, Apple sta impedendo a tutti i concorrenti di elaborare dati commercialmente rilevanti nel suo ecosistema“, hanno affermato diverse associazioni di imprese in una dichiarazione congiunta.

Secondo Apple alcuni broker hanno a disposizione fino a 700 milioni di profili di consumatori in tutto il mondo, che includono fino a 5.000 caratteristiche per ogni individuo.

Il rilascio di iOs 14.5 e con esso di ATT, quindi, ha il potenziale per destabilizzare l’ecosistema pubblicitario. “La nuova modalità potrebbe costringere i brand a rivalutare le loro strategie di tag, attribuzione e marketing in-app” dice Forrester.

La strategia “filo-privacy” di Apple

Del resto Apple genera pochissime entrate dalla pubblicità: il suo modello di business si basa principalmente sulla vendita di hardware e servizi, permettendo in questo modo all’azienda di porsi come leader del settore nella protezione della privacy.

La mossa di Apple arriva quando i gruppi per i diritti digitali portano sempre più sotto i riflettori alcune delle pratiche alla base della pubblicità digitale. Il monitoraggio costante a cui sono sottoposti gli utenti allo scopo di indirizzare gli annunci pubblicitari è stato più volte condannato come troppo invadente.

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