Il 2023 si apre in salita per i titoli di Apple e Tesla, che accusano forti cali in seguito i timori degli investitori sulla tenuta della domanda. È Cupertino a registrare, in senso assoluto, le perdite più vistose: dopo aver toccato un anno fa i 3.000 miliardi di dollari di capitalizzazione, la società vede infatti scivolare il suo valore di mercato sotto i 2.000 miliardi, affondata dalle indiscrezioni sulla sua richiesta ai fornitori di meno componenti per gli airpod e i suoi orologi. Di fatto, il gruppo ha bruciato mille miliardi di dollari in un anno.
La crisi in Cina e la strategia di diversificazione
Le azioni di Apple hanno in effetti perso il 3,74% in chiusura a Wall Street, portandosi a un valore di 130,20 dollari, ai minimi da 52 settimane. Come accennato, al punto di vista degli investitori Apple sconta gli effetti delle indiscrezioni sui componenti degli Airpod e degli orologi, che vanno ad aggiungersi, secondo Cnbc, alle difficoltà recenti dovute al Covid in Cina. Proprio la Cina, in cui Apple assembla più del 90% dei suoi iPhone e realizza un quinto dei suoi ricavi, sta emergendo come punto debole del colossso, costretto di recente ad accelerare i piani per diversificare la sua catena di produzione così da ridurre l’eccessiva dipendenza da Pechino.
Per Tim Cook si tratta di una sfida cruciale che però richiede tempo, il che lascia Apple esposta a violente fluttuazioni, che sono alla base della revisione al ribasso dei ricavi e degli utili per gli ultimi tre mesi dell’anno. Gli analisti prevedono infatti che l’ondata di Covid in Cina, insieme al suo impatto sulla forza lavoro, contribuirà a un calo dei ricavi sotto il record di 123,9 miliardi di dollari segnato nello stesso periodo dello scorso anno, e a una contrazione dell’8% dell’utile.
E Tesla crolla del 15%: pesano i ritardi delle consegne
Ma se Apple piange, Tesla non ride. La società di Elon Musk arriva a perdere fino al 15%, scontando il peso di consegne sotto le attese negli ultimi tre mesi dell’anno. I titoli del costruttore hanno perso il 54% nell’ultimo trimestre del 2022, a causa delle crescenti preoccupazioni degli investitori sull’operazione Twitter, che costituisce tuttora una costosissima digressione rispetto al business delle auto elettriche. Il trend di calo, dunque, continua con il nuovo anno.
Musk “deve far navigare la società in questo uragano di categoria 5 invece che concentrarsi su Twitter, che resta una distrazione”, affermano alcuni analisti. Da quando Musk ha acquistato la società che cinguetta, finanziando l’operazione in parte con la vendita di titoli Tesla, il colosso delle auto elettriche ha accentuato le perdite a Wall Street, dove già risentiva dell’aggressiva concorrenza e delle difficoltà alle catene di approvvigionamento. L’ultima doccia fredda in ordine temporale è arrivata dai dati delle consegne negli ultimi tre mesi dell’anno. Pur se superiori dell’11% rispetto al record dei tre mesi precedenti hanno deluso le attese, attestandosi solo a 405.278 auto contro le 420-430 mila attese. Una delusione che ha fatto perdere ai titoli quasi il 15% confermando la debolezza della domanda.