Circa un anno fa, in una lettera inviata ai dipendenti ed inerente i temi della diversità e inclusione aziendale, Denise Young Smith, global human resources chief di Apple, scriveva: “crediamo fino in fondo che l’inclusione ispiri le nostre innovazioni”. A poche settimane dal rilascio del report annuale sull’equità lavorativa (si attendono anche quello di Amazon e Twitter), la responsabile delle risorse umane ritorna sull’argomento, sottolineando come l’azienda di Cupertino abbia conseguito risultati rilevanti su questo fronte; negli ultimi mesi, infatti, sono aumentare le quote rosa – circa il 35% di tutte le nuove assunzioni in Apple riguarda donne, contro il 30% registrato nel 2014 – e di lavoratori appartenenti alle minoranze.
Parallelamente, l’azienda di Tim Cook sta sostenendo una serie di organizzazioni no-profit (dal “National center for women and information technology” al “Thurgood Marshall college fund”, solo per citarne due) il cui obiettivo è l’inserimento di donne e minoranze all’interno del mondo It. E ancora, lo scorso anno il gruppo ha accolto positivamente la proposta della conferenza “Women in computing”, inviando le proprie teste di serie in Arizona per scovare le più brave laureande da assumere. Un esempio, questo, seguito anche da Facebook, Google e Microsoft. Da Apple a Yahoo, che ha reso noti i dati contenuti nel rapporto 2015. Dati che, in questo caso, confermano l’andamento dello scorso anno in materia di presenza femminile nella compagnia: il 37% degli impiegati di Yahoo è donna (come nel 2014), una percentuale che scende al 24% nei livelli apicali e al 16% nei ruoli tecnologici.
Tra gli altri giganti dell’hi-tech che hanno rilasciato il report, occorre citare eBay – che nel 2011 ha lanciato il “Women’s initiative network”, una serie di conferenze con protagoniste le migliori leader del gruppo –, con il 24% di donne impiegate in lavori tecnologici, e Linkedin, che conta il 30% di quote rosa ai vertici dell’azienda. Più indietro Google, Facebook e Microsoft. Nei ruoli tecnologici, storicamente contrassegnati da un’alta presenza maschile, eBay è seguita da Linkedin e Google (entrambi con il 18% di donne), Microsoft (17%) e Facebook (16%). Proprio l’azienda di Mark Zuckerberg, alcuni giorni fa, ha cambiato l’icona che indica l’arrivo di una nuova richiesta d’amicizia, ponendo la figura della donna davanti a quella dell’uomo. “Come donna, cresciuta in un college femminile, non è stato difficile interpretare il simbolismo dell’icona; la donna era letteralmente all’ombra dell’uomo”, ha spiegato in un post Caitlin Winner, design manager di Facebook.